Lavoro, rispetto e dignità“: questo il coro più volte intonato dai percettori del reddito di cittadinanza, scesi nuovamente in piazza dopo le proteste delle scorse settimane. I manifestanti si sono riuniti questo pomeriggio in piazza Indipendenza per un sit-in sotto la sede istituzionale della Regione Siciliana. Un centinaio circa i presenti, che hanno inscenato un mini corteo e alcuni “blocchi stradali” proprio sotto Palazzo d’Orleans. La protesta ha mandato in tilt il traffico in zona per buona parte del pomeriggio, paralizzando il traffico.

La protesta dei percettori del reddito

Le richieste dei manifestanti rimangono, più o meno, le stesse manifestate durante i precedenti scioperi. Fra queste, la richiesta di un lavoro oppure il mantenimento del sussidio, ad oggi limitato rispetto al passato dall’ultima manovra del Governo guidato da Giorgia Meloni. Uno status quo derivato, a dire degli scioperanti, anche dalle mancate risposte della Regione in merito ad un possibile incontro con il governatore Renato Schifani. Un confronto al momento rinviato e che non si è registrato nemmeno oggi, con i manifestanti ricevuti dal Capo di Gabinetto dell’ufficio di presidenza.

“Siamo di nuovo qui – spiega Davide Grasso – e non ci fermeremo perché vogliamo garanzie: o un lavoro dignitoso per tutti i percettori che perderanno il reddito già a partire da luglio oppure un sussidio per poter vivere. Difendere il reddito significa lottare contro il lavoro in nero, contro lo sfruttamento, contro i salari da fame e contro l’emigrazione forzata dalla Sicilia. Prima bisogna creare il lavoro per permettere a tutti di restare in questa terra con dignità e poi si potrà mettere in discussione il Reddito di cittadinanza”.

Qualcuno annuncia lo sciopero della fame

Qualcuno di loro, nei giorni scorsi, ha annunciato perfino di ricorrere allo sciopero della fame. Ciò fino a quando i manifestanti non riceveranno risposte sul loro futuro. “È stato votato dal popolo siciliano e a loro deve dare risposte – evidenzia inoltre Toni Guarino, organizzatore della manifestazione riferendosi proprio a Renato Schifani -. Se non verremo ricevuti rimarremo qui, siamo disposti anche a fare lo sciopero della fame. Non si possono chiudere le porte a padri e madri di famiglia che non riescono ad arrivare a fine mese”, conclude infine l’esponente di Basta Volerlo.

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