Il canto del cigno dei percettori del reddito di cittadinanza. Fra qualche giorno, la misura di welfare introdotta dall’ex Governo Conte cesserà di esistere. A fargli posto, così come voluto dall’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni, il cosiddetto reddito d’inclusione. Proposta normativa in attesa di ricevere il relativo decreto attuativo. Un atto che, secondo le ultime previsioni, dovrebbe essere pubblicato il prossimo 18 dicembre. Una data ritenuta troppo in là nel tempo dai percettori del reddito di cittadinanza che oggi, a Palermo, hanno scioperato davanti ai cancelli della sede dell’INPS posta in via Laurana.

Delegazione di percettori ricevuta all’INPS

Un sit-in al quale hanno partecipato poche persone. Circa una ventina i manifestanti, molti dei quali appartenenti a collettivi studenteschi. Una delegazione, guidata dagli esponenti dell’associazione “Basta Volerlo”, è stata ricevuta da alcuni dirigenti dell’INPS, i quali hanno spiegato lo stato dell’arte sull’assegno d’inclusione. “Abbiamo sollevato alcune criticità perché la data del 18 ci sembra assurda visto che la percezione del sussidio inizierà il mese successivo rispetto alla data di presentazione della domanda – sottolineano Davide Grasso e Tony Guarino -. Di fatto i percettori avranno solo 8 giorni di tempo per poter presentare la richiesta, considerando che nei giorni festivi i Caf e i Patronati saranno chiusi. La risposta ai nostri legittimi dubbi è stata questa: “Non è detto che il decreto attuativo, non preveda che chi presenti le domande a gennaio, non abbia il sussidio anche per il mese di gennaio”. Ciò sarebbe una cosa più che giusta”.

Le voci dei manifestanti

Fra i manifestanti scesi oggi in piazza c’era anche Giorgio Caruso, ragazzo che ha voluto sostenere la causa dei percettori palermitani e non solo. “Sono più di 700.000 i nuclei familiari che, in tutta Italia, non percepiranno più il reddito di cittadinanza. Misura tagliata dal Governo Meloni, buttando in mezzo alla strada tante famiglie, soprattutto in Sicilia. Le condizioni lavorative nella nostra terra non sono sostenibili. Si parla di proposte lavorative dai 2 ai 4 euro l’ora. E una persona che deve far sopravvivere il proprio nucleo familiare, non riesce a tirare avanti”. Chiosa finale sullo scarso numero di persone presente oggi in via Laurana. “E’ stata una manifestazione costruita in un tempo molto breve. Non penso che il numero debba influire sulle ragioni della protesta“.

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