“Parlare di periferie è dovere civile, l’abbandono del territorio ha privato i cittadini del diritto alla città a causa di una voluta non gestione dei territori, a tutti i livelli, a partire dai piani regolatori comunali, per continuare con i piani di coordinamento provinciali fino ai piani paesaggistici regionali”.
Lo ha detto oggi alla Camera la deputata Claudia Mannino (M5S), nel corso dell’avvio della discussione generale per la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle periferie urbane degradate.
“Allo Zen di Palermo – ha detto la parlamentare – ci sono 16.000 abitanti dimenticati, in un luogo in cui la crisi sociale si salda con la crisi ambientale. E questo nonostante la gente cerchi di vivere con grande dignità. In altre parole la richiesta collettiva, la precondizione per una vita dignitosa nella periferia, non solo palermitana, è l’accesso ai livelli essenziali delle politiche pubbliche: acqua, trasporti, sicurezza, rifiuti, energia pulita e alloggi green. Quando questi livelli essenziali sono scarsi o assenti si innescano processi di degrado che vanno dalla dispersione scolastica, al voto di scambio e persino all’autocontrollo del territorio”.
“Ciò che serve, non solo a Palermo, – ha proseguito la deputata – è uno straordinario atto di resistenza contro il degrado. Il governo delle città, dunque delle periferie, è un’arte difficile, ma proprio in questo si gioca il futuro del Paese, che non ha politiche urbane da decenni e dove ogni città è lasciata a se stessa. Sono certa che dai lavori di questa commissione salteranno fuori metodi ed indicazioni innovative anche su come meglio orientare investimenti pubblici (i 194 milioni di euro per il triennio 2015-17 previsti dalla legge di stabilità del 2015 e i 500 milioni previsti dalla legge di stabilità del 2017), forse un progetto di nuovo modello insediativo, magari supportato, da un quadro di regole che consentano l’integrazione nel sistema economico e sociale delle città”.
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