Dalla Regione arrivano fondi per oltre 3 milioni e mezzo di euro per migliorare l’efficienza di porti e borghi marinari, e garantire sicurezza e più servizi ai pescatori siciliani. Il dipartimento regionale della Pesca mediterranea ha appena pubblicato il bando, in attuazione della misura 1.43 “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca” del Po Feamp 2014/2020, che utilizza le risorse residue del Fondo per gli affari marittimi e la pesca in chiusura a dicembre.

L’avviso per i comuni siciliani

L’avviso è rivolto ai Comuni dell’Isola e prevede un contributo massimo di 250 mila euro. L’obiettivo è quello di riqualificare i porti pescherecci e potenziare i luoghi di sbarco e la vendita diretta del pescato attraverso, tra i vari interventi possibili, la realizzazione o il ripristino di segnalamenti marittimi luminosi, ormeggi, ancoraggi, videosorveglianza e illuminazione, ma anche punti acqua e arredo urbano.

Provvedimenti per la piccola pesca

I lavori dovranno essere conclusi entro quattro mesi, pena la revoca del finanziamento.
“Un provvedimento importante – dice l’assessore regionale alla Pesca Luca Sammartino – che va incontro alle esigenze dell’intero settore e in particolare alla piccola pesca costiera, per dare maggiore sicurezza agli operatori e rendere più agevole lo smaltimento dei rifiuti marini, piuttosto che degli oli o delle batterie esauste, in linea con le disposizioni normative nazionali, compresa quelle della “Legge SalvaMare”. Ma interviene anche nella riqualificazione dei nostri splendidi piccoli porticcioli per migliorare la qualità dei servizi e, quindi, la vita di chi vive il mare per lavoro”.

Imprenditore Palermitano deve restituire i contributi europei

Deve restituire i contributi europei. I giudici della Corte dei conti, presieduti da Giuseppa Maneggio, hanno condannato Orazio Aiello di Isola delle Femmine di 54 anni. Dovrà risarcire l’assessorato regionale alla Pesca restituendo 15 mila euro, pari al contributo richiesto e ottenuto senza però avere i requisiti richiesti dal bando. Secondo la Procura contabile Aiello avrebbe percepito i soldi europei, come accertato dai finanzieri, con false dichiarazioni. In pratica non avrebbe riportato “un decreto penale – come si legge nella sentenza – per violazione delle norme sulla disciplina igienica della produzione e vendita delle sostanze alimentari e delle bevande”.

Legali imputato: “Nessun illecito”

Per i legali dell’imprenditore non c’è alcun illecito visto che “al momento della redazione della dichiarazione del 29.11.2012, Aiello ha riferito correttamente e lecitamente di non avere riportato decreti penali di condanna divenuti irrevocabili”. Perché tanto sarebbe emerso dal contenuto del certificato del casellario che avrebbe dovuto produrre. “Conseguentemente, ad Aiello – rilanciano gli avvocati dell’imputato – non può essere imputata alcuna violazione per falsa o mendace dichiarazione, stante l’assoluta mancanza dell’elemento oggettivo dell’asserto illecito erariale”.

Giudici contabili: “Non possedeva i requisiti”

Di diverso avviso i giudici contabili. Le risultanze del casellario giudiziario, allegate all’informativa della guardia di finanza, hanno consentito di verificare l’assenza, in capo ad Aiello, del requisito di moralità per ottenere i contributi europei. “E’ emerso che il medesimo convenuto, contrariamente a quanto dallo stesso autocertificato al momento della richiesta di partecipazione al bando, non possedeva i requisiti”. Dunque non avrebbe potuto di fatto accedere ai contributi pubblici, essendo a quella data già destinatario di un decreto penale di condanna esecutivo. A lui contestata la violazione delle norme sulla disciplina igienica della produzione e vendita di sostanze alimentari e delle bevande.