La quinta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a 16 anni Giovanni Buscemi e a 16 anni e 8 mesi Carlo Russo, accusati di mafia ed estorsioni.
Il processo è nato dopo l’aggressione a un commerciante di Palermo che si era rifiutato di pagare il pizzo. Assolti (con il secondo comma dell’articolo 530 “perché manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste”) Angelo De Stefano e Cherki El Ghana, che erano accusati di tentativo di omicidio, e Marco Neri (assistito dagli avvocati Tommy De Lisi ed Elvira Rusciano), accusato di mafia ed estorsione.
La vittima, che è stata picchiata selvaggiamente il 2 novembre 2013 con colpi di mazzuolo davanti al suo negozio di casalinghi nel quartiere Noce, ha raccontato agli inquirenti la vicenda che portò a quel brutale pestaggio ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Due degli arrestati, Giuseppe Castelluccio e Massimiliano Di Majo, sono stati condannati a 16 anni con il rito abbreviato.
Il tribunale non ha quindi ritenuto che De Stefano e El Ghana – assistiti dagli avvocati Angelo Formuso e Alessandro Martorana – abbiano partecipato all’agguato. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non avrebbe chiesto “l’autorizzazione” per aprire il locale e in più si rifiutava di pagare il pizzo, dopo aver ricevuto anche uno sconto da tremila a 1.500 euro.
Lo “sbirro” – così è stato chiamato più volte dai suoi aggressori – aveva anche bluffato, dicendo di essere andato dalla polizia a denunciarli. Così è partita la spedizione punitiva: serviva un’aggressione severa, esemplare, un monito a tutti gli altri commercianti della città.
La ferocia sarebbe stata scatenata dalla presunta denuncia e dal fatto che il negoziante, che in passato era finito in carcere, non rispettava il codice d’onore vigente tra chi delinque.
Sarebbe stato Castelluccio in persona a consigliare alla vittima un comportamento più omertoso. Dopo avere avuto in cambio un secco “vi ho denunciati”, sarebbe stata organizzato il raid punitivo documentato dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso che hanno incastrato gli esattori del racket. L’inchiesta è stata condotta dai pm Gianluca De Leo, Amelia Luise, Francesco Del Bene.
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