Piovono proteste contro i tagli previsti in finanziaria. Inviti a cambiare rotta arrivano dalle categorie produttive più svariate che vanno dal settore agricolo alla scuola, dal lavoro artigiani ai terremotati

Esa, forestali e agricoltura

“L’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera, in rappresentanza del governo regionale, ha incontrato stamattina Fai-Flai-Uila ma non ha saputo offrire alcuna certezza rispetto a tagli in Finanziaria che smentiscono tutti gli impegni assunti dal governo Musumeci con i siciliani, innanzitutto in materia di contrasto al dissesto idrogeologico. Il presidente della Regione, intanto, resta indifferente a ogni appello e sordo a ogni proposta delle organizzazioni sindacali. Preferisce giocare a scaricabarile legando la sorte di Esa e Consorzi di Bonifica, il destino di 2 mila lavoratori e delle loro famiglie, a ulteriori risorse e provvedimenti spalmadebiti che dovrebbero essere concessi dallo Stato” dicono i segretari generali di Flai Cgil e Uila Uil Sicilia, Alfio Mannino e Nino Marino, insieme con il commissario regionale Fai Cisl, Pierluigi Manca, che oggi hanno incontrato in una sala dell’Assemblea regionale l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera. Gli esponenti sindacali, che annunciano per mercoledì un sit-in dei dipendenti di Esa e Consorzi di Bonifica dinanzi Palazzo dei Normanni, concludono: “Esa e Consorzi di Bonifica rischiano di morire, se l’Ars non modificherà sostanzialmente la manovra concepita dal governo Musumeci e se non dovessero essere approvati gli emendamenti che alcune forze politiche, anche grazie allo sforzo di sensibilizzazione profuso in queste settimane da Fai-Flai-Uila, hanno già depositato in Aula. Nelle prossime ore, quindi, scatteranno tutte quelle iniziative di mobilitazione che riteniamo necessarie per rivendicare la salvaguardia di un indispensabile servizio pubblico assicurato ai cittadini dalla professionalità e dalla passione civile di tantissimi lavoratrici e lavoratori dei due enti”.

Artigianato

Per gli artigiani è necessario rivitalizzare il tessuto delle piccole imprese, foraggiare l’apprendistato e incrementare gli investimenti pubblici e privati. Sono le principali richieste di Confartigianato Sicilia alla luce della nuova finanziaria nazionale. È un giudizio in chiaroscuro quello che l’associazione degli artigiani siciliana, esprime sulle misure della manovra economica, che dà alcune buone risposte a battaglie storiche condotte proprio da Confartigianato.

E se da un lato viene accolta positivamente la riduzione delle tariffe Inail a carico degli artigiani o ancor di più lo sblocco degli investimenti pubblici per i piccoli Comuni oppure ancora la proroga dell’esonero contribuivo totale per le nuove assunzioni, preoccupano invece i capitoli che riguardano il reddito di cittadinanza o anche la mancata proroga del blocco degli aumenti dei tributi e delle addizionali attribuiti alle Regioni e agli enti locali.

Confartigianato boccia quindi le misure sul reddito di cittadinanza e la revisione del sistema previdenziale, che distolgono risorse preziose che sarebbe stato meglio destinare al sostegno dello sviluppo imprenditoriale e garantire la crescita economica. Provvedimento di natura assistenziale, quello del reddito di cittadinanza, che può provocare effetti distorsivi sul mercato del lavoro, con il rischio di peggiorare il tasso di irregolarità dell’occupazione e di deprimere le iniziative imprenditoriali. “Sarebbe stato più utile concentrarsi sul lavoro di cittadinanza – dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente regionale e segretario regionale di Confartigianato Sicilia –, perché è il lavoro che crea reddito. E non andrebbe mai trascurato l’apprendistato, la strada maestra per favorire l’occupazione giovanile, lo strumento più adatto a soddisfare le esigenze formative dell’artigianato e delle piccole imprese, la ‘palestra’ in cui i giovani studiano e si preparano ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale”.

GLI ARTIGIANI PLAUDONO, INVECE, AD ALTRE NORME (LEGGI QUI)

Scuola

Forte dissenso e preoccupazione arriva dal settore della scuola e in particolare della Fidae Sicilia per i drastici tagli alle scuole paritarie previsti nella Finanziaria regionale. I delegati della Fidae (Federazione istituti di attività educative) Sicilia, su incarico del presidente padre Vitangelo Denora, che è anche direttore generale dell’Istituto Gonzaga-ISP, presenti al tavolo tecnico richiesto dalle associazioni più rappresentative delle scuole paritarie in Sicilia, hanno chiesto all’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao spiegazioni relative all’arrivo in aula della legge di stabilità regionale 2019 con una riduzione di 600 mila euro dei finanziamenti per le scuole primarie paritarie.

L’assessore ha spiegato a tutti i rappresentati che tale decisione è dovuta ad un deficit ereditato della gestione regionale del governo precedente e che in questo momento può essere risolto attraverso il taglio a molte voci di spesa del bilancio, ma ha rassicurato i presenti assumendo l’impegno di rimpinguare il capitolo di bilancio nel breve periodo, quando l’assessorato sarà in grado di apporre allo stesso rettifiche in aumento a favore delle scuole paritarie che andranno a coprire l’attuale diminuzione.

La Fidae ha preso atto dell’impegno e ha dichiarato che continuerà a vigilare per difendere gli interessi delle scuole paritarie. Ha anche informato l’assessore che si farà promotrice di iniziative volte all’ottenimento del ripristino del “buono scuola” per le scuole paritarie siciliane.

“In quasi tutto il mondo le scuole paritarie ricevono contributi molto significativi da Stato e Regioni – ricorda padre Denora – Solo in Italia si dibatte ideologicamente su questo tema, dimenticando che il sistema delle paritarie rappresenta la seconda gamba del sistema nazionale pubblico d’istruzione, con l’obiettivo di ampliare sul territorio le opportunità e il pluralismo dell’offerta formativa e migliorare la qualità dell’educazione del nostro Paese. È su questo che oggi occorrerebbe investire tutti: l’educazione delle giovani generazioni”.

Terremotati

“Tra i buchi neri di questa Finanziaria c’è quello inaccettabile relativo agli aiuti ai Comuni terremotati del Catanese. Tra i partiti rappresentati all’Ars c’è la volontà di correre ai ripari, proveremo a sollecitare il governo in questo senso”.

 Lo affermano i parlamentari del M5S a palazzo dei Normanni all’indomani dell’incontro di Acireale che alcuni deputati dell’Ars hanno avuto con il coordinamento e i sindaci dei Comuni terremotati.  Per il M5S erano presenti i parlamentari regionali Francesco Cappello, Angela Foti, Gianina Ciancio e Jose Marano e quelli nazionali Laura Paxia, Simona Suriano, Tiziana Drago ed Eugenio Saitta.

“Il governo nazionale –afferma Angela Foti-  come ha ricordato il sottosegretario Vito Crimi,  si sta muovendo con un certa celerità. È in arrivo, infatti, un decreto che possa rendere gli interventi per la ricostruzione il più celeri possibile. Anche la Regione, però, deve fare la sua parte, come hanno convenuto tutti i deputati regionali dei vari partiti che erano presenti all’incontro. L’economia dell’area colpita dal sisma è in ginocchio, le imprese soffrono, l’agricoltura boccheggia e anche il turismo sta facendo registrare, ingiustamente, perdite di presenze. Qualcosa va fatta”.

“Proveremo –  dice il capogruppo 5stelle Francesco Cappello – a sollecitare un atto che dia risposte, se non in termini economici, visto che le condizioni delle casse regionali sono in uno stato disastroso, quantomeno a livello di supporto logistico o di altro tipo.  I Comuni colpiti dal terremoto stanno infatti dirottando gran parte del personale nell’evasione delle pratiche relative al terremoto, col rischio di avere ricadute negative e disservizi in altri settori dell’amministrazione”.

Sul fronte politico Musumeci continua a sperare di convincere Roma ad ampliare il ripiano a trent’anni dell’intero disavanzo e non solo di una parte. “Certamente ha ragione il Presidente Musumeci a ricordare di aver ereditato una Ragione un sostanziale bancarotta dal governo Crocetta. Certamente fa bene a ricordare che la crisi finanziaria della Sicilia non è solo un problema della Sicilia ma va affrontata in sede nazionale. È però necessario – dice Marianna Caronia – che la Politica regionale si assuma il compito di trovare soluzioni, che la Politica prevalga sui numero che saranno certamente penalizzati per molti settori economici e sociali, ma non possono divenire insostenibili per alcuni. Alcuni dei tagli proposti in queste ore, per esempio quello del 38% dei fondi per il trasporto pubblico, equivalgono di fatto alla cancellazione del servizio a livello regionale e questo non è pensabile. Per questo ho chiesto che l’assessore Armao venga in Commissione, dove è necessario un ripensamento dell’impianto della legge di stabilità, con una più equa e più orizzontale ripartizione dei tagli fra i diversi settori”.

E qualche spiraglio arriva dall’intervento in aula dell’assessore all’economia: “In Parlamento è stato presentato un ordine del giorno, che ha recepito il testo dell’emendamento al decreto semplificazione che però è stato blindato, per il ripianamento trentennale anche della parte residua del disavanzo ed è stato accolto dal governo” ha detto Gaetano Armao, intervenendo nel corso della seduta dell’Ars con all’ordine del giorno la legge di stabilità.

“Il governo è impegnato direttamente a ottenere il risultato e se lo otteniamo evidentemente potremo ripristinare le dotazioni – ha detto Armao – Parliamo di 191 milioni che in un bilancio così asfittico incidono su aree delicate della società, nessuno lo disconosce. Non dobbiamo dimenticare che l’approvazione di un bilancio da 20 miliardi di euro a febbraio è di assoluta importanza, pur comprendendo le difficoltà ad approvare un bilancio così pesante. Dal Mef c’è la massima disponibilità”.

Alla fine della giornata nove gli articoli varati, i più ostici sono stati accantonati, come il primo sul cosiddetto ‘modello Portogallo’ che concede benefici fiscali a chi si trasferisce in Sicilia. Dopo circa tre ore di lavori, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha rinviato la seduta a domani alle 11.

Le norme approvate riguardano le entrate per la Regione dovute all’accertamento sull’ex Sicilcassa, l’accesso alle stazioni appaltanti al fondo rotativo per la progettualità di Cdp, il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani, le esenzioni per la tassa automobilistica regionale a decorrere dall’1 gennaio e fino al 31 dicembre 2021 per i veicoli immatricolati nuovi nel territorio della Regione con alimentazione ibrida elettrica/termica di tipo plug-in, full hybrid e con alimentazione esclusiva a idrogeno. Disco verde anche alle agevolazioni al credito in favore delle imprese, al recupero e valorizzazione del patrimonio culturale immobiliare, alla norma sulla rendicontazione delle iniziative culturali per il 2018 e a quella che regola il transito del personale Asu negli uffici dell’assessorato dei Beni culturali”.

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