La formazione in Sicilia non finisce di sollevare polemiche. Al centro gli avvisi, non ultimo il 20, ed i criteri di selezione e di accesso. Stavolta a prendere parola è l’ordine degli ingegneri, che mostra il totale disappunto per l’esclusione degli abilitati e degli iscritti aglio ordini professionali dai contributi per i tirocini formativi.

“Escludere dal contributo per i tirocini formativi chi abbia già conseguito l’abilitazione e l’iscrizione all’ordine professionale crea disparità di trattamento a danno delle categorie, tra cui gli ingegneri, per le quali la legge non prevede l’obbligo della compiuta pratica ai fini dell’abilitazione – sottolineano -. Ed è illegittimo che con atto unilaterale, da parte di un potere amministrativo al quale gli ordini professionali non sono subordinati sul piano gerarchico, strutturale o funzionale, si condizioni la concessione del contributo a un’attestazione sulla competenza dei tutor rilasciata dagli ordini stessi”.

Con queste argomentazioni gli ingegneri siciliani invocano la revisione di alcuni articoli dell’avviso 20/2018 emanato dell’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, attraverso un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) presentato dagli ordini provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani, con l’intervento anche della Consulta regionale degli ordini degli ingegneri della Sicilia. Nell’atto si chiede l’annullamento delle disposizioni contestate e la sospensione cautelare dei loro effetti, anche con riferimento al decreto 6812 del 7 maggio con il quale l’avviso è stato approvato dal dirigente generale del Dipartimento regionale del lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative. Al giudice amministrativo viene chiesta la contestuale riapertura dei termini per la presentazione delle domande relative alla prima finestra temporale, chiusa il 30 giugno scorso.

L’avviso 20, finanziato attraverso il programma operativo 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo, prevede il sostegno alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani professionisti che operano in Sicilia, mettendo a disposizione indennità di partecipazione pari a 600 euro mensili lordi per lo svolgimento di tirocini obbligatori e non obbligatori di durata non superiore a 12 mesi nell’ambito delle professioni ordinistiche.

“Non considerando l’oggettiva differenza tra tirocini obbligatori e non obbligatori – sottolinea Giuseppe Margiotta, presidente della Consulta regionale degli ingegneri – l’avviso 20 costringe di fatto i giovani laureati in ingegneria interessati al contributo a non sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione pur avendone titolo, il che si traduce in una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di professionisti che per legge devono comunque svolgere la pratica professionale prima di poter sostenere l’esame di abilitazione e che, quindi, possono beneficiare del finanziamento senza rallentare artatamente il percorso professionale. Così formulata, un’apprezzabile iniziativa di sostegno ai giovani che si avviano alla carriera professionale finisce per avere risvolti discriminatori, e noi abbiamo sentito il dovere di attivarci per far sì che i giovani ingegneri possano accedere al sussidio a parità di condizioni. Allo stesso modo risulterebbero penalizzati dall’avviso architetti e agronomi. Incomprensibile anche il fatto che, in assenza di qualsiasi rapporto gerarchico, strutturale o funzionale, un atto amministrativo della regione abbia unilateralmente posto a carico degli ordini professionali adempimenti, controlli, responsabilità e oneri finalizzati allo svolgimento dei tirocini”.

“L’aspetto più preoccupante della vicenda – conclude Giuseppe Margiotta – è che tutto ciò sia stato fatto a nostra insaputa, senza alcuna forma di consultazione preventiva, e che poi a pubblicazione avvenuta l’assessorato Regionale e il Dipartimento del lavoro non abbiano voluto accettare di aprire un dialogo su questi punti, malgrado l’interessamento del Presidente della Regione, non lasciandoci altra possibilità che quella di tentare il rimedio per via giudiziaria. Poiché consideriamo il dialogo un valore importante, sul piano del metodo il nostro auspicio è che si sia trattato soltanto di un episodio e che da ora in avanti gli ordini professionali siano maggiormente coinvolti nelle scelte dell’amministrazione regionale, soprattutto quando queste riguardano i professionisti, una componente importante della nostra società non soltanto dal punto di vista numerico ma anche per il loro apporto ai processi di crescita e sviluppo”.

Nell bufera finisce anche l’avviso 8.  Il Tar Sicilia lo ha sospeso. Il bando assegnava 240 milioni di euro a 205 Enti. Il ricorso di alcuni enti storici è stato in parte accolto dal tribunale amministrativo siciliano. Ed è solo l’ultimo pronunciamento dopo una lunga serie di annullamentie  revisioni delle graduatorie. Ora, l’avviso rischia di slittare addirittura ad un momento successivo rispetto all’ultima versioen della Formazione, quella a sportello messa in campo dall’Assessore Lagalla.

Ma anche le ultime scelte del governo Musumeci (i due precedenti avvisi erano del governo Crocetta) rischiano di entrare in impasse.

“Il sistema della Formazione Professionale rischia ancora una volta di essere paralizzato da una pioggia di ricorsi dal momento che l’Avviso 2 presenta più di una lacuna” ha detto il parlamentare regionale del PD Antonello Cracolici nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamane nel Palazzo dei Normanni.

“È positiva la scelta di procedere con un ‘avviso a sportello’ – ha detto Cracolici – ma a nostro avviso è sbagliato avere permesso ad uno stesso Ente la possibilità di ‘utilizzare’ gli stessi allievi impegnandoli anche in cinque corsi. L’Avviso prevedeva infatti questa possibilità, almeno nella fase iniziale di accreditamento degli Enti, che avrebbero poi dovuto indicare in quale corso impegnare un allievo e con chi sostituirlo negli altri corsi”.

“Questa procedura ha finito per determinare un vantaggio per quegli Enti che, utilizzando gli stessi allievi in cinque corsi distinti, hanno proceduto alla prenotazione di finanziamento prima di altri. Per questo motivo chiediamo di ‘distinguere’ fin da ora gli Enti con ‘allievi multipli’ da quelli con ‘un allievo per corso’ per evitare che questi ultimi vengano penalizzati: lanciamo questo allarme adesso, prima che si proceda con i decreti di finanziamento, per evitare che si apra la strada dei ricorsi. Non vorremmo tornare al meccanismo dei bandi che vengono prima pubblicati e poi bloccati da decisioni del Tar e del Cga”.

Su questa vicenda Cracolici ha presentato una interrogazione all’Ars, firmata dagli altri parlamentari del gruppo PD.

“Oltretutto il sistema informatico che ha gestito l’Avviso ha avuto diversi ‘collassi’ – ha aggiunto – determinando intoppi e ritardi. Questo insieme di fattori porterà, probabilmente, molti Enti a richiedere l’accesso agli atti per presentare ricorso: è una strada che bisogna evitare, siamo preoccupati che ancora una volta il settore della Formazione possa andare incontro ad una stagione di incertezze e rinvii”.