Dal gioco alla formazione, al lavoro, all’interazione con le forze sane del quartiere e con le imprese. E’ lo spirito che ha guidato il progetto Play & Work, un piano integrato contro la dispersione scolastica finanziato da Fondazione con il Sud (Educazione dei Giovani 2013) e realizzato nel quartiere Brancaccio-Settecannoli dal Cirpe (Centro iniziative ricerche programmazione economica) in partenariato con le associazioni La Linea della Palma, Volta la Carta e Ada, con la scuola media Don Milani e l’Istituto superiore Alessandro Volta.

Circa trecento i ragazzi coinvolti complessivamente, duecentocinquanta tra studenti di terza media del Don Milani e studenti dei primi anni dell’I.I.S.S. Alessandro Volta. Un percorso iniziato dal gioco con la costruzione di robot attraverso il materiale di Lego Education e la loro successiva automazione con la tecnologia Arduino e con la realizzazione di vere e proprie App. Dieci le misure avviate all’interno del progetto dall’orientamento alle famiglie e ai ragazzi, all’accompagnamento per l’inserimento lavorativo, ai laboratori intergenerazionali, all’attività di mentoring per i ragazzi a rischio di abbandono scolastico, alla formazione di gruppi di lavoro, fino al rafforzamento della Rete locale per il contrasto all’abbandono scolastico e al monitoraggio dei risultati.

“Play & Work  – dice Maria Pia Pensabene direttore del progetto per il Cirpe – è stata una straordinaria avventura, un progetto complesso durato tre anni in due scuole, la media Don Milani e l’Istituto professionale Volta, appunto, che vivono le criticità e le problematiche del territorio di appartenenza”.  “Un progetto innovativo – aggiunge la dirigente scolastica dell’Istituto Volta, Margherita Santangelo – che ha avuto l’obiettivo di contrastare la dispersione e potenziare l’attività didattica della scuola con un approccio ludico, stimolante che ha reso gradevole la presenza tra i banchi a tanti ragazzi. L’utilizzo di Lego Education ha consentito ai ragazzi sviluppare la propria potenzialità creativa, immaginare l’oggetto da realizzare e poi automatizzarlo, vederlo muoversi”.

Ottimi i risultati. Il progetto Play & Work non ha avuto nessuna defezione rispetto alle iscrizioni di partenza. “I ragazzi sono rimasti soddisfatti perché abbiamo suscitato in loro la curiosità di lavorare in gruppo anche con gli studenti più grandi dell’Istituto Volta”, dice Giovanni Graci, il professore di tecnologia della media Don Milani che ha seguito il progetto.

Al convegno di presentazione è intervenuta anche l’assessore alla Scuola e alle Politiche giovanili, Giovanna Marano. “Al Comune di Palermo opera da tempo un ufficio ‘Promozione del Benessere’, attivo da anni nell’ambito dell’obbligo di primo livello e dallo scorso anno operativo anche nell’ambito dell’istruzione secondaria, perché la dispersione non è solo un fenomeno che riguarda e che va risolto dentro la scuola, ma ha bisogno di interventi integrati così come è stato del resto per Play & Work. C’è ancora una sorta di segregazione formativa che riguarda gli istituti tecnici. Un luogo comune che va demolito”. Presenti anche Maria Luisa Altomonte, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e Gaetano Calà direttore generale Cirpe.

 

Soddisfatti i ragazzi che hanno testimoniato la propria esperienza. “Si può imparare giocando – dice Andrea Meduri, 16 anni, al terzo anno del Volta – Dalle piccole cose puoi imparare a progettare il futuro”. Dario e Gian Marco Levantino hanno partecipato al progetto in veste di mentor, aiutando due ragazzi più giovani a superare le difficoltà che avevano in alcune materie. “E’ stata una bella esperienza perché siamo stati formati per supportare altri a superare i loro problemi e andare avanti”, dicono. Domenico Mirko Pensato, 19 anni, si è diplomato lo scorso anno e adesso sta svolgendo un tirocinio al FabLab@school creato da Legambiente e da un cartello di associazioni all’interno della scuola Vittorio Emanuele III.

Alla fine della giornata i ragazzi hanno anche realizzato una installazione collocando delle rondelle realizzate con stampante 3D su un pannello all’interno della scuola. Ingranaggi che si legano uno all’altro, lasciando un segno del progetto anche per i futuri studenti così come tutto il materiale acquistato per il progetto e che servirà ad arricchire la didattica anche per le nuove classi.