“Diciamoci la verità. Nessun partito politico offrirebbe oggi a un giovane come Pio La Torre l’opportunità di condurre quelle battaglie, nemmeno il Partito democratico. Per questo voglio cambiarlo, unirlo e ricostruirlo. Per questo proprio il 30 aprile vorrei aprire una pagina nuova per il centro sinistra: perchè a quelle battaglie oggi non possiamo rinunciare”.
Sono le parole del Ministro Andrea orlando, candidato alla segreteria del pd, il cui nome sarà il primo in testa alla scheda di votazione in base al sorteggio fatto oggi in commissione di garanzia del partito. si vterà proprio il 30 aprile, giorno dell’anniversario dell’omicidio di Pio la Torre e il pensiero di orlando è andato alc pompagno palermitano. Ma le parole di orlando hanno fatto scattare l’indignazione dei renziani. A rispondergli da Palermo è stato il segreteario del pd carmelo Miceli che parla di ‘gaffe di cattivo gusto’: “L’affermazione di Andrea Orlando su Pio La Torre, contenuta nella mozione presentata insieme alle firme per la sua candidatura a segretario del Pd, è quantomeno infelice. Dimostra di conoscere poco il partito e i suoi militanti, soprattutto quelli siciliani”.
“Se Andrea Orlando nei tanti giorni in cui è stato a Palermo – prosegue Miceli – avesse trovato il tempo di incontrarci, parlare con noi, farsi raccontare le nostre esperienze di legalità, sono certo che non avrebbe commesso questa che, nella migliore delle ipotesi, possiamo derubricare come una gaffe di pessimo gusto. Se soltanto avesse dedicato del tempo ai militanti del Pd di Palermo e della provincia, Andrea Orlando avrebbe scoperto che, dalle nostre parti, ci sono tante donne e tanti uomini del Pd che continuano a mettere faccia e cuore contro cosa nostra, così come – prosegue – ci sono tanti militanti e dirigenti che si battono quotidianamente contro la mafia, molti nelle stanze dei Comuni che amministrano e alcuni anche nelle aule di giustizia”.
“Insomma – sottolinea l’esponente dem di Palermo –, se Andrea Orlando avesse voluto avrebbe avuto il modo di scoprire che, ad esempio, gli amministratori del Pd di Corleone, ancora prima dell’arrivo delle istituzioni, hanno denunciato le infiltrazioni mafiose nel loro Comune e, per coerenza, hanno abbandonato i loro scranni, così come avrebbe conosciuto i tanti giovani militanti del Pd siciliano che amministrano con dedizione, impegno e coraggio beni confiscati a cosa nostra o lavorano, anche gratuitamente, per associazioni che hanno fatto della lotta alla criminalità organizzata la propria ragione d’essere. Se solo Andrea Orlando ci avesse dedicato del tempo – continua – avrebbe appurato che il Pd siciliano non ha avuto alcuna esitazione a costituirsi parte civile contro la mafia di Matteo Messina Denaro e che, ancora oggi, ci sono nostri dirigenti che, per professione, non hanno nessuna esitazione a difendere nelle aule di giustizia i familiari di persone uccise da Nino Madonia, cioè da colui che uccise proprio Pio La Torre”.
“Proprio in virtù di questi esempi di legalità, che Andrea Orlando non ha avuto modo di conoscere, posso serenamente e coscienziosamente affermare che anche il giovane Pio La Torre sarebbe stato fiero di stare in un Partito come quello democratico. Fiero di stare accanto a militanti e dirigenti come i nostri”, conclude Miceli.
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