Botta e risposta nel giro di poche ore tra il Comune di Corleone (PA) e la Clemart, società che produce la serie tv “Lady Corleone”, per Taodue, prossimamente in onda su Canale 5. Nel paese non ci stanno più a questi stereotipi sulla mafia e Corleone. Così ieri il sindaco Nicolò Nicolosi e l’assessore Giusy Dragna hanno diffidato Mediaset e la Taodue.

La replica della produzione

Massimo Martino, della Clemart, ha risposto però così alle accuse del sindaco della città di Corleone: “Non comprendiamo il motivo delle dichiarazioni del sindaco di Corleone a riguardo di una serie che utilizza Corleone solo ed esclusivamente come cognome della famiglia dei protagonisti. La città di Corleone non viene in alcun modo citata o rappresentata nella serie che stiamo girando e che è ambientata invece tra Milano e Palermo ed è un racconto di pura finzione”.

Dietro la nuova fiction Taodue c’è la mano fortunata del produttore tv Pietro Valsecchi, che ha realizzato in passato la popolare serie tv Squadra Antimafia.

e allora… Il Padrino?

“Ma – sottolinea in una nota la società che ha realizza anche Rosy Abate e I Bastardi di Pizzofalcone – vorrei anche aggiungere: seguendo questa logica verrà chiesto di modificare anche il cognome Corleone dal libro e dal film il Padrino?”

Sui social c’è chi commenta ironicamente così: “Diffidate Francesco Ford Coppola. Iddu cuminciò, a curpa è a so'”, cioè “la colpa sua è”, scrive un utente Facebook in dialetto, accusando scherzosamente il regista premio Oscar de “Il Padrino”.

Altri ritengono pretestuosa questa diffida del sindaco di Corleone. Dall’America addirittura qualcuno commenta: “Even here in the states (USA), the name Corleone is synominous with the Mafia. I guess you can’t erase History”, ovvero: “Anche qui negli States (USA), il nome Corleone è sinonimo di mafia. Immagino che non possiate cancellare la Storia”.

Il Comune che farà?

Il Comune vuole combattere dal canto suo i soliti stereotipi e vecchi cliché. “Intendiamo tutelare – dichiaravano ieri il sindaco Nicolò Nicolosi e l’assessore Giusy Dragna – il buon nome della città e non permetteremo che – a causa del potere evocativo che suscita – possa essere svilito ad etichetta commerciale con cui vendere prodotti commerciali”.

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