Rischio licenziamenti e cali di fatturato che si aggirano fra il 60 e il 70%: sono tempi duri quelli vissuti dai commercianti dell’area del ponte Corleone, a Palermo. Operatori economici che hanno deciso di muoversi in prima persona, costituendo un comitato cittadino al fine di proporre all’Amministrazione Comunale le proprie soluzioni per risolvere l’emergenza viabilità all’interno del capoluogo siciliano. Ciò al netto della relazione di Icaro Progetti, sulla quale c’è grande attesa, anche alla luce di alcune indiscrizioni che parlano di un possibile allentamento delle restrizioni.

Le proposte del “Comitato ponte Corleone”

commercianti-ponte-corleone-09032022

Proposte, quelle mosse dal “Comitato ponte Corleone“, basate su perizie tecniche e su quanto messo nero su bianco dai tecnici di Icaro Progetti nel mese di dicembre. A spiegare le ragioni degli imprenditori è Stefano Marcianò, fondatore dell’organizzazione civica. “Il comitato ha due obiettivi: uno di breve termine, che l’obiettivo di stoppare le strettoie e di tornare alle due corsie. Riteniamo che si possa fare incolonnando i tir sulla corsia di destra, lasciando l’altra corsi alle vetture. Abbiamo pensato di inserire i limitatori di sagoma, ovvero delle barriere che limitano il passaggio dei tir. Ciò garantirebbe la certezza del rispetto dell’ordinanza. Il quartiere non resiste più, siamo quasi all’emarginazione. Nel momento in cui la gente inizierà a spostarsi nelle seconde case, si rischia il caos”.

“L’obiettivo di medio-lungo termine – spiega Marcianò – è quello di supportare e vigilare sull’Amministrazione relativamente alle scadenze che verranno fuori dalla relazione finale della Icaro Progetti su consolidamento e progetti di raddoppio. Cercheremo di trovare la strada per realizzare le bretelle. Il ponte ha sessanta anni. Non ha mai avuto un intervento serio di manutenzione. Tali strutture servirebbero ad allegerire il carico attuale e a salvaguardare la struttura esistente”.

L’allarme dei commercianti: “Pericolo licenziamenti”

traffico-ponte-corleone-

Dubbi, quelli manifestati dal comitato, sostenuti da buona parte del tessuto economico della zona di Villagrazia. A cominciare da Marilena Fiore, titolare del Baby Luna che già in passato era intervenuta ai microfoni di BlogSicilia, denunciando la situazione di isolamento vissuta dalla propria attività commerciale. “Il quadro per noi è grave. Mentre in direzione Trapani la corsia è stata chiusa da circa un mese, noi soffriamo da circa tre mesi. Non abbiamo avuto nessuna risposta sulla relazione di Icaro Progetti e sui lavori per mettere il ponte Corleone in sicurezza. Stiamo iniziando a pensar al peggio, ovvero a licenziamenti e all’idea di mandare a casa alcuni dipendenti. Non abbiamo avuto notizie nemmeno sui ristori. E’ chiaro che un’azienda non può dipendere da questo, ma non abbiamo avuto nemmeno questo”.

Caos ponte Corleone: “Calo fatturato fra il 60 e il 70%”

Problemi che, se prima riguardavano soltanto una sponda di viale Regione Siciliana, ora interessano l’intero circondario. Come ha evidenziato Mimmo Oliveri, titolare dell’omonima azienda. “Ho un calo di fatturato stimato fra il 60 e il 70%, con quindici collaboratori all’attivo. Al momento, non ho creato panico fra il personale. Li ho rassicurati. Mi farò carico del disagio fin quando ne avrò le forze. Logicamente, tutti noi chiediamo un aiuto alle Autorità. Si può sposare perfettamente sia la battaglia per la sicurezza del ponte Corleone, che quella per la tutela delle attività commerciali. E’ un problema che non riguarda soltanto il circondario della III Circoscrizione, ma anche i paesi della provincia, i servizi di sicurezza e di soccorso”.

“Bretella via Villagrazia? Prigionieri a casa nostra”

Tra gli elementi di criticità regitrati durante la riunione, vi è quello relativo all’apertura dello svincolo d’ingresso a Villagrazia. Una soluzione messa in campo dall’Ufficio Mobilità ed avallata da parte del mondo politico. Ma, nei fatti, sono stati tanti i problemi registrati. A cominciare dalla mancanza di controlli sugli ingressi e sull’uscita dei residenti dalla bretella laterale di viale Regione Siciliana.

Come palesato da Sergio Maltese, residente della zona di via Villagrazia, che non nasconde la propria amarezza. “Mediamente ci vogliono da un’ora ad un’ora e venti per transitare in un tratto sul quale di solito si impiegavano più o meno dieci minuti. E’ invivibile. Si resta paralizzati. Non si può organizzare la propria vita o la propria attività commerciale. Non puoi organizzare un appuntamento. Questo perchè, quando vai in strada, non sai quando arriverai. Noi siamo prigionieri e vessati a casa nostra. Le istituzioni sono latitanti. Attendono una tragedia per muoversi? Non so più che pensare”.

Inzerillo (Sicilia Futura): “Evitare macelleria sociale”

A sostengo dell’iniziativa anche il capogruppo di Sicilia Futura a Sala delle Lapidi Gianluca Inzerillo. Il presidente della IV Commissione si è fatto portavoce di una mediazione fra il mondo economico e le istituzioni. “Mi auguro che questa riunione possa servire da pungolo all’Amministrazione, al Commissario, al Prefetto e a tutti coloro che possono dare una mano a risolvere il problema, evitando che si inneschi un meccanismo di macelleria sociale“.

Gianluca Inzerillo puntualizza sulla necessità di tutelare la stabilità del viadotto di viale Regione Siciliana. Ciò al netto di alcune restrizioni sulle quali, sostiene il capogruppo di Sicilia Futura, si può lavorare. “La sicurezza sul ponte ha la priorità. Nessuno vuole avere sulla coscienza un caso simile a quanto accaduto a Genova. Se abbiamo la certezza che non ci sia un rischio crollo, proporremo delle soluzioni per lenire gli effetti delle restrizioni. Questa situazione non è più sostenibile”.

 

Articoli correlati