Lavori al ponte Oreto, ci siamo. Partono le opere di restauro del viadotto che interconnette i due polmoni della III Circoscrizione di Palermo. A febbraio si partirà con il rifacimento dei marciapiedi e delle balaustre, ormai logorate da anni di mancata manutenzione. Interventi che, nelle intenzioni dell’Amministrazione, non incideranno sulla realizzazione della pista ciclabile che congiungerà la stessa via Oreto con la Stazione Centrale e l’area dell’Università di Palermo.

Si parte con balaustre e marciapiedi, in primavera il cantiere vero e proprio

Il cuore centrale dell’intervento riguarderà però la ristrutturazione del ponte Oreto. Opere che interesseranno non solo la sede stradale ma anche e soprattutto il consolidamento degli elementi portanti. In tal senso, rimane da sciogliere il nodo relativo alla viabilità. Il viadotto sul fiume Oreto rappresenta uno dei pochi passaggi disponibili per auto e moto. Proprio per questo, il ponte non dovrebbe chiudere del tutto. A causa dei lavori però, potrebbero essere comunque imposte regole stringenti o, addirittura, chiusure parziali della carreggiata. L’idea potrebbe essere quella di ricopiare il modello “ponte Corleone”, ovvero lavori che si svolgono al di sotto della struttura per poi passare, nelle fasi finali, alla parte superiore. Ma sono soltanto ipotesi. Fino ad allora c’è ancora qualche mese di tempo. Periodo per il quale l’Amministrazione dovrà avere una soluzione definitiva.

I lavori previsti, opere per 6,2 milioni di euro

L’iter dei lavori sul ponte Oreto è ripartito il 1 dicembre 2022, quando l’Amministrazione Comunale ha provveduto ad adeguare i costi dell’opera al prezziario regionale. Fatto che ha comportato un incremento di spesa fino a 6,2 milioni di euro. Di questi, 3,9 milioni di euro interesseranno le manutenzioni vere e proprie, mentre 2,2 milioni di euro sono somme messe a disposizione per sostenere, fra le altre cose, i costi aggiuntivi (IVA e quant’altro), la direzione dei lavori e la contabilità (205.000 euro) e la progettazione definitiva ed esecutiva con PSC (166.000 euro). Lavori sulla struttura per i quali è stata necessaria una rimodulazione dei fondi ex CIPE del 2009.

Il 21 giugno 2023 è arrivato il via libera la bando di gara. Procedure burocratiche concluse a fine anno, con l’invio delle mail da parte dell’Ufficio Contratti. Alla fine, i tecnici hanno scelto la O.E. R.T.I: ITS srl – SERING Ingegneria srl. Azienda che vanta una sede decentrata anche nel capoluogo siciliano. Un’offerta che ha avuto un ribasso del 29,1% e una riduzione di 24 giorni sui tempi pevisti (4 per la verifica ed aggiornamento sul piano delle indagini e 20 sulla progettazione definitiva ed esecutiva. Fatto che avvicina l’inizio vero e proprio del cantiere che, secondo le ultime previsioni, dovrebbe avvenire nella primavera del 2024. Gli interventi dovrebbero durare circa due anni.

Lo stato di degrado del ponte Oreto

Lo stato in cui versa il ponte Oreto è già noto da tempo. La struttura necessita una manutenzione ordinaria e straordinaria già da un paio di decenni. Situazione evidenziata anche in un atto dell’Ufficio Città Storica dell’aprile 2021. Documento nel quale il Rup Tonino Martelli esplicava una “sommaria contezza delle condizioni di degrado e ammaloramento delle strutture dell’opera, immediatamente visibili alla semplice ricognizione esterna”. A tal proposito, il funzionario tecnico chiedeva “con massima urgenza, ogni utile iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria”. Lavori “assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali. Ciò in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”.

Interventi di una certa caratura, necessari a mantenere le regolare funzionalità della struttura. Tra questi, il Rup chiedeva “il risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate; l’impermeabilizzazione dell’impalcato; la fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto; il rifacimento impianto di smaltimento delle acque meteoriche; il risanamento dei parapetti”. Inoltre, l’Ufficio Città Storica sottolineava la necessità di una “riduzione al minimo possibile, nelle more di eseguire gli interventi di riparazione, dei pericoli per la pubblica incolumità (sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraverso il Ponte Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò)”. Allerta derivante “dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del Ponte e/o di parti anche non strutturali dello stesso”. Ciò attraverso “la chiusura totale della struttura o quantomeno l’inibizione dei passaggi pedonali e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri“.

I limiti attualmente in vigore

Problemi per i quali è scattata l’emanazione di un’ordinanza ad hoc per limitare il traffico sulla struttura. Regole messe nero su bianco nell’ordinanza del 4 aprile 2021 firmata dall’ingegnere Tonino Martelli. Il tecnico ha imposto “dove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea”. Un limite di peso che, di fatto, taglia fuori tutti i mezzi pesanti, anche quelli pubblici. L’autobus più piccolo, in forza ad Amat, pesa intorno a 65 quintali. Una cifra ben superiore rispetto al limite fissato dal tecnico dell’Amministrazione Comunale. Ciò ha costretto Amat ad un cambio di itinerario, facendo rientrare i mezzi in via Oreto addirittura all’incrocio con via Buonriposo.

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