Nessuno stop al percorso per il Ponte sullo stretto di Messina. Lo rassicura il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dopo i dubbi espressi davanti al Parlamento dal Presidente dell’Autorità Anti corruzione.
Nel decreto legge, secondo la relazione Anac ci sarebbe “uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi“.
Preoccupazioni infondate
Sono “totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti” afferma dopo qualche ora il Mit in una nota.
“Non solo – spiega – perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”.
“In particolare, – spiega ancora il Mit – si rammenta che, come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo col Viminale sarà sottoscritto il Protocollo Legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci”. “Infine, è doveroso ricordare che il Governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici e che gli innalzamenti delle soglie per gli affidamenti diretti sono già in vigore da alcuni anni”.
La polemica impazza
Ma immediatamente riprende forma la polemica rilanciata dal comitato “invece del Ponte” secondo cui “Il modo con cui il governo resuscita un progetto potenzialmente meno efficiente delle alternative disponibili (parola degli esperti del ministero) è un possibile regalo dello Stato ai privati. Il patto tra Governo ed Eurolink (leggasi: WeBuild) è gravemente squilibrato a vantaggio del privato. Contrariamente a quanto chiesto dall’Autorità, lo Stato ripristina i rapporti contrattuali, ma Eurolink non rinuncia al contenzioso. Meglio, lo farà solo dopo che il progetto sarà stato approvato, ossia quando non avrà più nulla da perdere” si legge in una nota il comitato “Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto” già audito in Parlamento.
“Lo Stato – spiega ancora – mette sul piatto 15 miliardi per un’opera terribilmente controversa, da molti esperti giudicata inutile e dannosa, dalla sicurezza incerta e azzardata, che ha alternative giudicate potenzialmente preferibili perfino dalle commissioni nominate dal ministero delle Infrastrutture, e rinuncia a un contenzioso che in primo grado aveva già vinto, offrendo alla mano del privato tutti i jolly del mazzo. Un modo ben strano di tutelare l’interesse pubblico. Se lo Stato fosse stato la sua casa o la sua azienda, il buon padre di famiglia Matteo Salvini avrebbe rinunciato a una posizione di forza contrattuale (una vittoria in primo grado) offrendo tutto in cambio di niente? Ne dubitiamo fortemente. Ma c’è un altro aspetto di rischio che la riesumazione dei contratti mantiene esclusivamente in carico al pubblico, esimendone del tutto il privato. È il rischio finanziario dell’operazione”.
Cosa contiene il decreto Ponte sullo Stretto
In concreto, si riparte dal progetto definitivo del 2011 che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenterà il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana.
Come ha tenuto a sottolineare il vicepremier e ministro Matteo Salvini, “si tratta di un’opera fortemente green: consentirà di ridurre l’inquinamento da anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo stretto. Infine, sarà motivo di grande attrazione turistica”. Salvini ne ha parlato anche con i governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. “Il Ponte sarà un volano di crescita infrastrutturale per entrambe le regioni, che infatti avranno un proprio amministratore nel cda della società”. La designazione del governatore dell’Isola, Renato Schifani, è arrivata in questi giorni proprio nel corso della prima riunione dell’assemblea dei soci dopo la “rinascita” della Spa concessionaria. Si tratta Ida Angela Nicotra, avvocato e docente di diritto costituzionale.
Commenta con Facebook