È un vero e proprio romanzo nero, violento e lugubre, quello che emerge dal saggio “Portella della Ginestra, prova generale del doppio Stato”. Scritto da Mario José Cereghino sarà letto dall’attore Carmelo Galati venerdì 19 maggio a partire dalle ore 15.30 nel corso della giornata di studi “Portella della Ginestra, alla radice del segreto italiano” (Sala De Seta, Cantieri Culturali della Zisa).
A lungo collaboratore dello storico Giuseppe Casarrubea, scomparso due anni fa, Cereghino ha pubblicato vari libri assieme allo storico partinicese, tutti basati su un ampio studio realizzato nell’arco di diversi anni negli archivi americani, inglesi e italiani.
“I materiali da noi scoperti – afferma il ricercatore argentino – provano al di là di ogni ragionevole dubbio che lo squadrone della morte di Salvatore Giuliano nasce e si sviluppa sotto l’ala dell’intelligence nazifascista e dei corpi militari speciali di Salò, per poi confluire nel dopoguerra nelle organizzazioni terroriste della galassia nera guidata occultamente dai servizi segreti alleati. È questo il quadro agghiacciante in cui matura l’eccidio di Portella della Ginestra, un progetto eversivo che ha come sua logica conseguenza l’esecuzione di un golpe antidemocratico, ad appena un anno dalla proclamazione della Repubblica italiana”.
Il piano di colpo di Stato nella primavera del 1947, conclude Cereghino, “nasce dal connubio scellerato tra servizi segreti, criminalità organizzata e formazioni terroristiche. Un ‘doppio Stato’ sempre pronto a entrare in azione al minimo segnale di allarme politico. Anzi, geopolitico. Come accadrà nell’interminabile notte della Repubblica, da Piazza Fontana al caso Moro, tra gli anni Sessanta e Settanta”.
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