Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il prete e la mamma di una delle vittime arrestati con l’accusa di induzione alla prostituzione dopo le indagini condotte dai carabinieri di Termini Imerese coordinati dalla procura di Palermo.

L’interrogatorio si è tenuto in remoto davanti al gip Fabio Pilato e al pm Ludovica D’Alessio del pool fasce deboli coordinato dall’aggiunto Laura Vaccaro.

Il prete difeso dall’avvocato Renato Vazzana collegato dal carcere di Spoleto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo stesso la mamma di una delle vittime che si trova ai domiciliari, difesa dall’avvocato Giuseppe Minà. La donna era collegata nella caserma dei carabinieri di Termini Imerese.

Il sacerdote siciliano di 63 anni, Vincenzo Esposito, originario di Caltavuturo ma da anni parroco di una chiesa di San Feliciano, frazione del comune di Magione, in provincia di Perugia, è stato arrestato con l’accusa prostituzione minorile aggravata.

“Mandamene uno dove si vede il tuo volto mentre godi… che mi piace molto… » . Secondo i carabinieri di Termini Imerese, da aprile a luglio di quest’anno ha chiesto ai ragazzini di spogliarsi e toccarsi davanti al cellulare in cambio di ricariche del telefono e versamenti su Poste- pay.

Denaro che il sacerdote, secondo l’accusa, prendeva dalle offerte dai fedeli durante le messe domenicali. Con il sacerdote è stata arrestata e mandata ai domiciliari anche una donna di 51 anni, madre di uno dei quattro ragazzi che, sempre secondo gli inquirenti, ha indotto alla prostituzione il figlio e un suo amico.

La donna, dicono i carabinieri, sapeva delle richieste del prete nei confronti del figlio e invece di denunciare l’abuso lo incoraggiava in cambio di denaro.

Quattordici gli episodi accertati dai militari della compagnia di Termini Imerese, coordinati dai magistrati del dipartimento fasce deboli della procura di Palermo, coordinato dalla procuratrice aggiunta Laura Vaccaro. Il sacerdote si trova in carcere a Spoleto. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Fabio Pilato.

Il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, usa parole pesantissime nei confronti del sacerdote che a suo dire « ha dimostrato di non saper anteporre alcun freno inibitore ai desideri compulsivi nutriti… Non si è fermato nemmeno dinanzi al malessere del minorenne che prospettava l’esigenza di prendere dei farmaci, chiedendo ugualmente l’esibizione sessuale tramite videochiamata». Non ci sono stati contatti fisici fra il prete e i quattro ragazzini palermitani: soltanto adescamenti on line, richieste di foto, video, videochiamate e chat, tutte a sfondo erotico. Per poche decine di euro il sacerdote chiedeva: « Cosa fareste tu e il tuo amico insieme a me? » .

Il ragazzino rispondeva: «Tu lo sai cosa faremmo » . « Dimmelo » , pretendeva il sacerdote. E ancora: « Tu da che parte vuoi stare?». Queste sono solo una piccola parte delle oscenità che il sacerdote chiedeva gli venissero dette dai ragazzini. Il tutto in cambio al massimo di 50 euro, a volte anche per 10 euro. Per i giovani era diventato un modo per guadagnare qualche soldo, tanto che in alcuni casi erano loro a chiamare il prete. « Padre, mi manda a me che sono senza una lira?… ». Risposta del prete: «No, perché non ho niente, ho solo pochi soldi, ormai li ho promessi ad altri… » . Il ragazzo insisteva: «Dieci euro ché mi compro le sigarette, padre » . « Ora vediamo, poi parliamo… ok » , dice il parroco al ragazzino che insiste. « Padre, a me mi deve dire una parola si o no …». «Te l’ho detto, ora vediamo, eh… » .

« Caso mai ti mando dieci euro con A., va bene?». Sulla vicenda è intervenuta l’arcidiocesi di Perugia che in una nota si è detta « stupita e addolorata per l’arresto del sacerdote parroco di San Feliciano».

L’arcidiocesi ha assicurato la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti.

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