“Palermo non è merce di scambio per elezioni regionali. Inaccettabile che il PD continui a temporeggiare: scegliamo subito il candidato sindaco”. Lo dice l’assessore comunale alla Mobilità del Comune di Palermo e tra i fondatori di Sinistra Civica Ecologista, Giusto Catania, alla luce delle trattative del Pd con Forza Italia. L’incontro a due fra il segretario del Pd Anthony Barbagallo e il coordinatore di Forza Italia Gianfranco Miccichè non è piaciuto a Catania.
“Discussione si deve fare a Palermo”
“Palermo ha la sua storia – dice Giusto Catania -, le sue peculiarità, non possiamo utilizzare la città come merce di scambio per logiche regionali o alchimie nazionali, la discussione si deve fare a Palermo. Siamo convinti di poter vincere le elezioni e di poter governare la città con una proposta politica chiara, senza scambi, evitando la fiera delle vanità in cui ognuno si alza la mattina e si candida a sindaco”.
“Modello Draghi non accettabile per Palermo”
“Leggo con stupore che il segretario regionale del PD sta temporeggiando appositamente per comprendere cosa succede dentro il centrodestra. Questa strategia non è accettabile. Il modello Draghi per Palermo non è praticabile. Per noi c’è una sola coalizione possibile ed è quella composta dalle forze politiche che hanno votato il piano di riequilibrio: Sinistra Civica Ecologista, il Partito Democratico, il Movimento cinque stelle e le realtà civiche e sociali che stanno in questo campo. Certamente non possiamo continuare con questa ambiguità, né con un candidato sindaco diverso al giorno, bisogna decidere adesso”.
Catania scettico sulle primarie
Inoltre evidenzia Catania “bisogna stabilire alcuni elementi programmatici unitari che facciano da cornice: nessuna privatizzazione dei servizi, ma anzi una multiutility pubblica che si occupi di acqua, rifiuti, energia, cimiteri, manutenzione strade e trasporti; sviluppo industriale e produttivo che passi dalla conversione ecologica, ci sono miliardi di euro a disposizione; stop al consumo di suolo; investire sulla macchina comunale con un vero decentramento. Sulle primarie Catania si dimostra scettico: “più che le primarie preferirei le assemblee nei 25 quartieri della città, oppure propongo di far scegliere il sindaco ai candidati di tutte le liste e così decidiamo in modo democratico.
Guerriero (Pd), fallimenti sono di Catania
“Leggo sulla stampa locale che l’assessore comunale di Palermo Giusto Catania ha definito ‘un fallimento’ il modello Draghi. L’unico fallimento di cui Catania dovrebbe parlare è quello del Comune di Palermo che proprio il Governo Draghi ha evitato”. Lo dice il responsabile enti locali del Pd Sicilia Marco Guerriero. “Piuttosto che criticare chi, con senso di responsabilità, ha salvato la città – aggiunge -, Catania riconosca i suoi di errori e faccia di tutto per agevolare quella discontinuità di cui Palermo ha bisogno”.
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