L’associazione Addiopizzo ha sostenuto i titolari del Caffè Verdone di Bagheria nel processo Octopus, contro i buttafuori che venivano imposti ai locali.

“Nel processo ci siamo costituiti parte civile assieme ai titolari del Caffè Verdone di Bagheria che avevamo accompagnato a denunciare perché erano stati oggetto di soprusi, aggressioni, minacce ed estorsioni finalizzati ad imporre la vigilanza privata presso il loro pub – dicono dall’associazione – Con i giovani commercianti di Bagheria entrammo in contatto tempo fa. Erano esausti per le risse scatenate dal nulla e per la preoccupazione di perdere clientela e vanificare i sacrifici fatti fino a quel momento. L’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura di Palermo, e la conclusione del processo hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo di persone dedite a imporre la vigilanza privata presso molti locali tra Palermo e Bagheria”.

“Processo difficile”

Non è stato un processo semplice. “Nel corso di alcune udienze si sono registrati momenti di tensione, del resto nel silenzio di molti gestori di pub e ristoranti che hanno assunto condotte reticenti persino durante la loro testimonianza, i ragazzi del Caffè Verdone sono stati tra i pochi che, pur rifuggendo da ribalte, oltre a denunciare, con il supporto di Addiopizzo, hanno pure confermato in aula quanto avevano subito – aggiungono dall’associazione antimafia – È un percorso che si conclude con una sentenza significativa e con il rammarico di non aver registrato nel processo, al fianco di chi ha trovato la forza e il coraggio di opporsi alle estorsioni, la costituzione di parte civile del Comune di Bagheria”.

Processo Octopus, le sentenze di primo grado

Il processo Octopus ieri in tarda serata ha emesso la sentenza di primo grado. La seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Roberto Murgia, ha condannato sei persone: Andrea Catalano, 8 anni; Cosimo Calì 5 anni; Gaspare Ribaudo, 7 anni e 4 mesi; Emanuele Cannata, 7 anni e 6 mesi; Francesco Fazio, 8 mesi; Davide Ribaudo, un anno. Assolti Giovanni Catalano, Ferdinando Davì, Antonio Ribaudo, Emanuele Rughoo Tejo.

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