Palermo

Cleo Li Calzi , “Le sfide per la crescita della Sicilia”


La Sicilia si prepara alle sfide del Pnrr, dei fondi Comunitari e del Fondo di Coesione e Sviluppo e non può permettersi il lusso di perdere questa montagna di risorse. In realtà, però, si è partiti molto male perdendo i primi bandi e a rischio, adesso, ci sono risorse per il lavoro per quasi un miliardo di euro. Cleo Li Calzi, responsabile Pnrr del Pd e candidata alla Regione, ospite di Talk Sicilia, detta la sua ricetta

Falsa partenza per il Pnrr in Sicilia

“Non siamo partiti bene e siamo fermi ancora a raccontare se è un’occasione, un’opportunità. Mentre il Pnrr è nel vivo, Pnrr ha bisogno di una programmazione e di una visione alta. Noi ne abbiamo, ma siamo mancati finora per visione, per progettualità e quindi la Sicilia ha sinora perso tantissime occasioni. Io ricordo sempre la sigla Pnrr. Dobbiamo tradurre un piano nazionale di riforme, di responsabilità, riforme che sono necessarie per tutti, la semplificazione per poi dare agibilità alla progettualità che abbiamo una programmazione. Ma la responsabilità nel sapere che lo sviluppo dipenda da alleanza tra le imprese, le forze sociali, i cittadini e la politica. Non può essere una questione di parte, ma c’è la prima parte del Pnrr ci ha trovato assolutamente impreparati.

Cosa fare per risolvere

“Io ho messo a disposizione del progetto del Partito Democratico e della coalizione che sostiene Caterina Chinnici la mia competenza, la competenza come persona si occupa di fondi europei da oltre 30 anni e del Pnrr. Quindi per mettere a disposizione quella competenza che serve per mettere a posto la macchina. Nello specifico, non va buttata giù. Non è la macchina che non funziona la macchina amministrativa regionale, ma va rigenerata, va riqualificata. Ci sono informazioni che dobbiamo aggiungere al capitale umano che c’è in presente la digitalizzazione, il capitale umano. La Regione ha un tempo di assunzione che ha bisogno di essere qualificato su temi come transizione digitale, transizione ecologica. Ma, ripeto, c’è bisogno di un programma chiaro su cosa fare perché Pnrr lo conosciamo? Le misure ci sono. Stiamo andando a scoprire di bando il bando, eppure ci facciamo trovare impreparati. Non dimentichiamo che il Pnrr va insieme al nuovo programma dei fondi europei 21 27, che per i ritardi sinora accumulati dal governo della Regione Siciliana, in realtà sta per partire adesso, anche se si chiama 21 27. Quindi capiamo che arriveranno tantissime risorse in Sicilia. Non le possiamo sprecare per fare dei progetti di parte, di piccoli progetti, perché avremmo anche in questo caso sprecato l’occasione. Quindi ho messo la mia competenza a disposizione di una stagione che ha bisogno di competenze, ha bisogno di conoscenza di quali sono i meccanismi per cui possiamo trasformare questa grandissima opportunità che ci dà l’Europa. Ricordiamocelo. Anche il Partito democratico ha fatto una battaglia in Europa per riuscire a dare al Pnrr. Noi abbiamo visto con le reti idriche cosa è successo e con tante altre risorse. È notizia di questi di queste ore. Stiamo perdendo 900 miliardi del programma Goal per le politiche attive del lavoro perché non abbiamo adeguate e non diamo garanzie ad adeguate professionalità per trasformare le politiche attive del lavoro in vere occasioni di lavoro per i lavoratori. E tutto questo la Sicilia non può permetterselo, quindi noi vogliamo portare al governo Regione Siciliana persone che parlino lingue di competenza”.

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Il programma di Caterina Chinnici

Amministrazione valorizzi il capitale umano di cui dispone

Occorre risistemare la macchina regionale e valorizzare le risorse umane “Conosco abbastanza bene la macchina regionale perché oltre all’esperienza di assessore al Turismo, io sono stata dirigente della Regione, ho guidato il nucleo di valutazione della spesa pubblica e dei fondi europei e da trent’anni ho speso il mio tempo in ruoli burocratici, in ruoli della pubblica amministrazione, per cui io difendo il capitale umano nella pubblica amministrazione. Il problema non è la burocrazia, ma i freni che noi mettiamo alla potenzialità che ha il personale della Regione. Siciliana personale, dicevo prima va riqualificato. Tu non puoi chiedere a una persona assunta vent’anni fa di sapere quali sono i meccanismi per affrontare i paradigmi della transizione digitale. È un meccanismo che c’era dopo, però le procedure, la semplificazione ci sono, quindi dobbiamo anche lavorare molto sulla motivazione del personale e, come dicevo prima, sulla sigla Pnrr, sulla responsabilizzazione del personale. I risultati? Spesso le persone, se non vengono coinvolte, non vengono motivate, non sono strumento per fare le cose, ma semplicemente diventano oggetto di critica. Io ho trovato nelle mie esperienze in Regione straordinarie professionalità e non è giusto spostare su di loro il problema. Io dico sempre che la testa che deve guidare il sistema non possiamo dare la colpa del mancato Pnrr al sistema della pubblica amministrazione siciliana.

La partecipazione alla genesi del programma di Caterina Chinnici

Quel quel programma viene da tantissimi confronti e da tantissime riflessioni. Adesso il problema è uno, quindi diciamo le stesse cose e parliamo in maniera univoca. E bisogna partire da questo. Quello che tu ricordi ha detto Caterina Chinnici è la stessa cosa che sto adesso, dicendo io dobbiamo partire da quel sistema che motiva, riqualificare il sistema. No, tu non puoi cogliere un’opportunità straordinaria come il Pnr senza avere una macchina preparata a fare questo. Quindi da una parte rigenerazione della macchina amministrativa, riqualificazione, investimento sul capitale umano. Dall’altra, invece, la semplificazione, la semplificazione vera, non soltanto dichiarata. Noi abbiamo spesso coacervo di leggi che poi è difficile intercettare e rileggere con continuità. Noi invece abbiamo bisogno di dare certezza, certezza nei tempi, certezza nelle cose che si possano e non si possono fare chiarezza e trasparenza. E questo è possibile solo se conosciamo bene quella di riforma del piano nazionale di riforma. Responsabilità come io l’ho ribattezzata”.

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Il turismo come risorsa

“Le potenzialità del turismo. Sono straordinarie, però anche qui guardiamo alle criticità. Siamo in questa fase. Dopo i due anni e mezzo di crisi dovuta al Covid19, che ha certamente messo in ginocchio il sistema del turismo, il turismo è ripartito. Particolari condizioni fanno sì che la Sicilia sia meta di turismo e i numeri degli arrivi hanno fatto sì che, per esempio, all’aeroporto di Catania sono standard che hanno recuperato i livelli del 2019. Ma oggi abbiamo una crisi ancora più aggressiva, che è quella del caro bollette, che ha anche una spinta inflazionistica. Oggi il costo delle materie prime è altissimo il turismo consuma, consuma energia, consuma gas, consuma luce. E tutto il sistema del turismo che io chiamo turismo allargato che quindi va dalla ristorazione al commercio, al turismo, a tutte le filiere che sono collegate, si trovano ad affrontare la drammatica problematica del caro bolletta che rende per molti di questa attività anche impossibile procedere. E di questo mi spavento molto, perché laddove c’è una spinta inflazionistica, laddove cresce il costo dei fattori produttivi, a pagarne è il lavoro. Lo è in termini di precariato è spesso il turismo cha, le stagionalità che portano al mercato, ma lo è in termini di sicurezza del lavoro e di garanzia del lavoro. Quindi dobbiamo tenere altissima la guardia, dobbiamo attivare subito le risorse. Alcune sono nazionali, alcune sono regionali, fare subito quelle misure che servono per fare in modo che le imprese, le piccole imprese, tutto il sistema che sta dietro al turismo riesca a resistere al turismo, come tutte le filiere che oggi sono flagellate da questo, da questa grandissima crisi energetica.

Come affrontare la crisi energetica

“Moratoria delle bollette e credito d’imposta per cui tu recuperi ciò che sta espandendo. Per questo è sicuramente un intervento immediato su un livellamento massimo del costo dell’energia. Non può salire, non può avere incrementi che ci sono perché si deve stare a mettere insieme la liberalizzazione del mercato, che è comunque un fatto positivo. Prima con un solo gestore si apre a un libero mercato col fatto che questo libero mercato non può produrre extraprofitti che vengono soltanto a danneggiare cittadini e imprese. Quindi c’è bisogno di stabilire che lo Stato stabilisca un prezzo massimo per cui può essere erogata. L’energia può essere pagata l’energia. Abbiamo visto in molte bollette di ristoratori, di negozianti. Io vedo incrementi che non sono tollerabili. Tu puoi gestire un aumento del 20 da 400. Nessuna impresa sana può gestirla”.

Infrastrutture e carenze strutturali

“Mettiamo sempre insieme al Pnrr, FSC che è il Fondo di sviluppo e coesione e i fondi europei 2021-2027 che invece sono dedicati anche alle infrastrutture. Mettiamo insieme, stiamo insieme, abbiamo 50 miliardi da gestire per i prossimi anni, sono tantissimi. Io dico sempre mettiamoli nelle mani giuste, mettiamo nelle mani che ci garantiranno che sarà finalmente affrontato il problema della insularità, della insularità infrastrutturale. Noi penso che vent’anni, trent’anni che sentiamo dire c’è un problema nelle nostre strade, che c’è un problema di collegamento viario e c’è un collegamento per la mobilità turistica, perché noi portiamo i turisti qua. Poi il turista non può girare la Sicilia, sono le strade, ma c’è un problema di pendolarismo nostro, c’è un collegamento di aree interne, c’è un problema di provincia non collegata col centro urbano, parlo di quotidianità delle persone. Tutto questo poi pesa sulle materie prime, sul trasporto della marcia, sull’accesso ai servizi. Questo è il tema delle infrastrutture. Noi dobbiamo permettere l’infrastrutturazione della Sicilia. Le risorse, ripeto, ci sono, ma se facciamo passare i cinque anni di programmazione per andare poi a fare lo dico. Ho molto rispetto il restauro di una facciata piuttosto che a una sagra o tante sagre piuttosto che all’evento. E poi non facciamo le infrastrutture che ci servono e magari ci sottraiamo a fare narrazioni di grandissima infrastruttura. E poi il collegamento ferroviario tra la città metropolitana e l’entroterra manca. E allora non abbiamo le possibilità veramente realizzare quello sviluppo. E allora, con l’occasione dei fondi europei uniti al Pnrr, al Fondo di sviluppo e coesione, deve essere affrontato in un’ottica che va a ridurre i divari e la marginalità di insularità. È uno dei divari.

Quali interventi urgenti e immediati

“serve un patto sociale immediato tra chi governerà la Regione, le parti sociali, le imprese, il sistema fortissimo del terzo settore dell’impresa sociale, che può essere un motore di sviluppo incredibile della nostra idea. Insieme a loro programmare lo sviluppo utilizzando le risorse che ci sono, prendendosi la responsabilità di fare, di fare le azioni una dietro l’altra, controllando, ma monitorando. Da noi manca la cultura e la valutazione. Io lo faccio, poi vado a sbattere e mi domando al prossimo ciclo che cosa ha fatto il ciclo precedente. Io facevo questo e controllavo la spesa pubblica. Va fatta continuamente. Noi dobbiamo ragionare, però va fatta insieme, non può essere. Da una parte c’è la programmazione, dall’altra parte c’è un muro rispetto alle imprese, rispetto anche a come evolve l’impresa. Oggi abbiamo l’impresa sociale, che è uno zoccolo fortissimo del sistema impresa. Quindi immediatamente bisogna mettersi insieme tutti temi di cui mi hai chiesto turismo, infrastrutture, insularità, Pnrr. Bisogna farlo insieme”.

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