I tre commissari Covid di Palermo, Catania e Messina, Renato Costa, Giuseppe Liberti ed Alberto Firenze, proseguiranno il loro incarico fino al 30 giugno. Lo ha stabilito un decreto firmato dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.
Tornano a salire i contagi, flop quarta dose
Intanto, dopo il netto calo della scorsa settimana, tornano a salire i nuovi casi di Covid19 in Italia. Incremento di contagi del 22,7 per cento, crescono i tamponi effettuati
Dal 20 al 26 aprile sono stati il 22,7% in più rispetto alla settimana precedente, passando da 353.193 a 433.321.
Sono 11 le province con un’incidenza superiore a 1000 casi per 100.000 abitanti e in tutte le Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi: dal +2,9% del Piemonte al +44,8% della Basilicata. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. I tamponi effettuati passano da 2.294.395 della settimana 13-19 aprile a 2.563.195 della settimana 20-26 aprile, con una crescita dell’11,7%.
La quarta dose di vaccino anti Covid è stata somministrata solo al 13% degli immunodepressi e al 2,8% di over 80, anziani fragili e ospiti delle Rsa. Percentuali che mostrano una campagna “che arranca” e descrivono un “clamoroso flop”. A descriverlo così, sulla base dei dati aggiornati al 27 aprile (ore 6) è il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta.
I dati sul ciclo vaccinale
L’88,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e l’86,5% ha completato il ciclo vaccinale. Sono 6,89 milioni i non vaccinati, di cui 2,75 milioni di guariti, protetti solo temporaneamente. Mentre la terza dose è stata fatta dall’84% e 1,8 milioni sono candidati a riceverla subito.
Differenze regionali nella somministrazione della quarta dose
Al 27 aprile (ore 6) sono state somministrate 104.049 quarte dosi a immunodepressi. In base alla platea ufficiale composta da oltre 791.000 persone, il tasso di copertura nazionale è del 13,1% con nette differenze regionali: dal 2,5% della Calabria al 47,8% del Piemonte. Tra over 80, pazienti fragili di età compresa tra 60 e 79 anni e ospiti delle RSA ( in tutto circa 4,4 milioni di persone) sono state somministrate 122.041 quarte dosi e il tasso di copertura nazionale è del 2,8% con nette differenze regionali: dallo 0,6% dell’Umbria al 5,3% dell’Emilia-Romagna.
Serve incisiva campagna di informazione e sensibilizzazione
“Il clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – deve far riflettere le Istituzioni, in particolare considerata l’ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni”. Innanzitutto, prosegue, “serve un’incisiva campagna d’informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull’efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di ‘stanchezza’ nei confronti della campagna vaccinale. Ma l’informazione deve essere integrata – conclude – con strategie di chiamata attiva, visto che le ASL dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea”.
I dati sulla terza dose
Quanto alle terze dosi, ne sono state somministrate 39.288.115 con una copertura nazionale dell’84,1% ma con nette differenze regionali: dal 79,1% della Sicilia all’88,4% della Valle D’Aosta. Sono 7,41 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui: 1,83 milioni candidati a riceverla subito e 5,58 milioni di guariti da meno di 120 giorni che non possono riceverla nell’immediato.
La fascia 5-11 anni
Infine, nella fascia 5-11 anni 1.382.985 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.253.014 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale al 37,8% e nette differenze regionali: dal 20,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,7% della Puglia.
“Con questi numeri follia abolire l’obbligo di mascherina al chiuso”
“I dati mostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana. La media dei nuovi casi giornalieri è risalita a quasi 62 mila, il tasso di positività ai molecolari ha superato il 18% e il numero di positivi, ampiamente sottostimato, supera 1,23 milioni. Con questi numeri, se è ragionevole mandare in soffitta il green pass che ha esaurito il ruolo di ‘spinta gentile’ alla vaccinazione, sarebbe una follia abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati o scarsamente aerati, e sui mezzi pubblici”. Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, rispetto alle novità previste dal primo maggio.
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