Dopo settimane e una intera ultima giornata, quella di oggi, di tira e molla il presidente della Regione Nello Musumeci ha preso atto della richiesta avanzata dal Pd in conferenza dei capigruppo e ha riunito a Palazzo dei Normanni, nella stanza del governo, la giunta per dare il via libera alla proroga di un mese dell’esercizio provvisorio, in scadenza il 31 marzo.

“Prendiamo atto della richiesta del Parlamento – dice Musumeci – ci rendiamo conto che nella legge di stabilità ci sono 3-4 norme sulle quali occorre tempo per affrontarle, sono convinto che la manovra, se c’è la volontà, può essere approvata anche a metà aprile in modo così da lavorare poi alle riforme”.

Il ddl di proroga non appena approvato dalla giunta sarà trasmesso all’Ars per l’esame in commissione Bilancio e poi in aula.

Con la proroga dell’esercizio provvisorio fino a fine aprile, l’ultima consentita dalla legge, ci sarà tempo a sufficienza per affrontare i documenti contabili della regione, comprese le grandi riforme che sono contenute nella Finanziaria a iniziare dalla nascita di Grande irfis che accorperà anche Ircac e Crias.

Ma il nuovo rinvio non è indolore. Il presidente della Regione non ha preso bene il fatto che il parlamento lo abbia costretto a un rinvio che non voleva e lancia una provocazione. Un “governo delle riforme” con quattro-cinque priorità tra cui la modifica della legge elettorale “poi se si vuole si può discutere di andare a votare, perché io non sono attaccato allo sgabello, sono il presidente della semina e non della raccolta” ha detto conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni prima di riunire la giunta. Una sorta di minaccia ai 70 di Sala d’Ercole anche se Musumeci non è un uomo politico abituato a minacciare

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