Un piano operativo per fronteggiare la sospensione delle attività di laboratorio da parte delle strutture private che hanno aderito allo sciopero. Lo hanno previsto l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica, Salvatore Requirez, che hanno inviato alle aziende e agli enti del servizio sanitario pubblico regionale una comunicazione con le strategie da mettere in campo per limitare i disagi ai cittadini.

Lo sciopero indetto dal Cimest

Via allo sciopero generale delle strutture sanitarie private convenzionate con il Sistema sanitario. In Sicilia, i coordinatori del Cimest (Coordinamento intersindacale di medicina specialistica ambulatoriale di territorio) hanno annunciato nei giorni scorso lo stato di agitazione di quattro giorni a partire dal 21 febbraio. Secondo quanto si legge in una nota del coordinamento, le strutture convenzionate non erogheranno prestazioni per il servizio sanitario pubblico dal 21 al 24 febbraio e il 24 febbraio è in programma una manifestazione davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Salute, a Palermo.

La Regione ora ci mette una pezza

Prevedendo anche la possibilità che si possa fare ricorso a “prestazioni aggiuntive”, l’assessorato ha chiesto che venga disposta “con immediatezza, una rimodulazione delle attività di laboratorio, ampliando le agende e garantendo dalle 8 alle 20, le attività di accettazione, pagamento, prelievo, analisi e refertazione”. Inoltre, ha invitato le strutture a massimizzare gli spazi destinati all’accoglienza dei cittadini “per far fronte all’inevitabile incremento di afflusso che interesserà tutte le strutture pubbliche”.

Il piano della Regione

L’assessorato ha previsto anche la realizzazione di un monitoraggio del “prevedibile aumento di prestazioni erogate nei singoli laboratori”. I report finali, con dati rapportati ai numeri della settimana precedente, dovranno essere trasmessi al dipartimento entro quattro giorni dalla fine delle serrate, per effettuare la necessaria e conseguente analisi dell’impatto che le manifestazioni di protesta potrebbero avere sul servizio sanitario pubblico. Infine, con una prospettiva più a lungo termine, Volo e Requirez prevedono di lavorare concretamente con gli enti e le aziende del servizio sanitario regionale a “un piano di potenziamento dell’offerta specialistica pubblica, attraverso la riorganizzazione delle risorse presenti e la rimodulazione dei percorsi e degli orari di fruizione del servizio”.

La dura reazione del Cimest

“Quello dell’assessore Volo non è un piano operativo per fronteggiare la sospensione dell’attività ambulatoriale della specialistica accreditata ma un ricatto bello e buono a spese dei contribuenti siciliani al quale noi non vogliamo e non possiamo sottostare” è la dura reazione contenuta nelle affermazioni dei coordinatori del CIMEST, Salvatore Gibiino (SBV) e Salvatore Calvaruso (ARDISS-FKT).

I manifestanti rispondo così alla comunicazione che l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Giovanna Volo, e il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica, Salvatore Requirez, hanno inviato alle aziende e agli enti del servizio sanitario pubblico regionale in occasione dell’avvio dello stato di agitazione della specialistica accreditata esterna siciliana che culminerà con la manifestazione del 24 febbraio a Palermo.

“Rimodulare le attività del servizio pubblico prevedendo prestazioni aggiuntive secondo le sue indicazioni – sottolineano i coordinatori del CIMEST -, comporterà un aggravio dei costi che la Regione non può sostenere. Ogni singola prestazione erogata dal pubblico costa alle casse della Regione il triplo di quanto viene corrisposto per la stessa prestazione al privato accreditato. Se, come sostiene da mesi, non esistono i fondi per consentirci di assistere tutti i cittadini che ce lo chiedono, dove li prenderà questi soldi l’assessore? È proprio di oggi la notizia di un altro buco di 400 milioni nei conti della sanità pubblica siciliana a causa di manovre messe in atto nell’ultima parte della scorsa legislatura”.

Un “meschino ricatto” dicono i manifestanti

“A causa del meschino ricatto, figlio di una gestione personalistica del problema – proseguono Gibiino e Calvaruso – ora la Volo ha intenzione di allargare ancora quel buco ben sapendo che la Regione potrebbe risparmiare e garantire a tutti l’assistenza richiesta accogliendo le nostre richieste. Vigileremo sulla vicenda e informeremo la Corte dei Conti affinché verifichi se l’azione dell’assessore è passibile di produrre danno erariale”. “Il 24, a Palermo, non consegneremo simbolicamente soltanto le chiavi dei nostri studi, ma chiederemo a gran voce le dimissioni dell’assessore che in pochissimo tempo ha già dimostrato tutta la sua incapacità nella gestione della sanità regionale”, concludono i due coordinatori del CIMEST.

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