• Le delicate operazioni eseguite in pochi giorni
  • Donazioni da Messina, Catania e Roma
  • I pazienti di età compresa tra i 23 ed i 64 anni sono in buone condizioni

Quattro trapianti di polmone eseguiti in poco più di una settimana. È questo il traguardo raggiunto dall’Ismett. Un risultato straordinario perché raggiunto in pieno periodo pandemico. E lo si evince ancor di più se si guarda la media annuale di questo tipo di interventi. Nel centro palermitano, infatti, si eseguono circa 15 trapianti di polmone all’anno.

La difficoltà di questi interventi deriva dal fatto che il polmone è l’organo più complesso da prelevare per la sua fragilità e perché è facilmente esposto a infezioni, traumi, agenti esterni. Per questo motivo solo un donatore su 10 può effettivamente donare anche i polmoni.

Quattro donazioni da Messina, Catania e Roma

L’eccezionale obiettivo è stato reso possibile grazie a quattro donazioni che si sono rese disponibili in rapida successione in tre diverse città: Messina, Catania e Roma. Ad essere sottoposti a trapianto sono stati tutti pazienti siciliani di età compresa fra i 23 ed i 64 anni.

In un caso è stato utilizzato anche un donatore pediatrico, che ha permesso di trapiantare una paziente affetta da interstiziopatia polmonare, in attesa da oltre cinque anni. Per le caratteristiche complesse del polmone, infatti, il numero di trapianti di questo organo in tutta Italia è limitato a circa 150 all’anno. Nelle regioni del sud, dove i tassi di donazione sono meno favorevoli rispetto ad altre regioni d’Italia, è in corso un grosso sforzo organizzativo per ottimizzare l’attesa in lista.

Buone le condizioni dei pazienti

Le condizioni dei pazienti sottoposti a trapianto – spiega Bertani Alessandro Bertani, responsabile del programma di Chirurgia Toracica e Trapianto di Polmoni dell’Istituto Mediterraneo – sono buone. Due dei quattro pazienti sono già stati trasferiti in degenza ordinaria, gli altri due sono ancora ricoverati in Terapia Intensiva ma il loro decorso è regolare”.

“I polmoni – sottolinea Bertani – sono l’organo target del virus, pertanto sia i donatori che i riceventi possono essere colpiti dalla polmonite da COVID-19, mettendo a rischio il buon esito del trapianto. Per questo sono richiesti controlli accuratissimi prima di effettuare un prelievo o un trapianto dei polmoni”.

Conclude Bertani: “Inoltre gli specialisti che si occupano di prelievo e di trapianto polmonare sono gli stessi che si occupano ormai da più di un anno della gestione e trattamento dei pazienti COVID-19. Pertanto, le energie umane e organizzative per la donazione ed il trapianto sono messe a dura prova ed è spesso molto difficile riuscire ad organizzare una procedura così complessa come un trapianto di polmone. Anche le macchine ECMO che vengono usate per i pazienti COVID sono le stesse necessarie per il trapianto di polmone”.

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