Nuovo capitolo del possibile conflitto d’interesse nell’area degli affari legali di Rap. Come è noto, da inizio maggio il gruppo sindacale della Cgil ha chiesto chiarimenti all’azienda sulla figura di un consulente esterno che risulterebbe iscritto dal 2016 all’albo della società Partecipata. Recentemente però, lo stesso legale ha difeso in giudizio un ex dirigente in una causa che lo vedeva contrapposto proprio a Rap. Una vicenda sulla quale l’azienda, a metà maggio, ha chiarito che lo stesso professionista non collabora da tempo con la società e che la sua presenza nell’albo è frutto di un mero refuso. Qualche giorno fa però, il rappresentante sindacale della Cgil Riccardo Acquado è tornato alla carica, scrivendo una nota agli uffici del Controllo Analogo del Comune di Palermo per chiedere ulteriori approfondimenti sulla vicenda.

Controllo Analogo chiede ulteriori chiaramenti a Rap

Nel documento in questione, Acquado ha citato alcuni processi nei quali il professionista in questione rappresentava Rap fra settembre 2016 e marzo 2017. Fatto su cui gli uffici del Controllo Analogo del Comune di Palermo, capitanati da Roberto Pulizzi, vogliono vederci chiaro. In una nota del 24 maggio infatti, il dirigente scrive al presidente di Rap Giuseppe Todaro chiedendo chiaramenti sulla questione. “Facendo seguito alla nostra precedente nota, afferente al medesimo tema della presente ed in considerazione di quanto ulteriormente evidenziato dall’organizzazione sindacale, Rap dovrà valutare quanto rappresentato e, nel riscontrare la presente, aggiornare lo scrivente in merito agli interventi posti in essere in relazione alla vicenda di che trattasi“. Una missiva inoltrata per conoscenza anche agli assessori Brigida Alaimo e Pietro Alongi, così come già avvenuto in precedenza.

Una vicenda iniziata a maggio

Il caso si era aperto lo scorso 7 maggio. Fu proprio la Cgil, in quell’occasione, ad inviare una nota agli uffici del Comune di Palermo e di Rap per chiedere approfondimenti contro l’avvocato difensore di un ex dirigente dell’azienda di piazzetta Cairoli. Fatto per il quale Acquado chiedeva di “verificare l’eventualità di un presunto conflitto d’interesse perpetrato dal suddetto professionista e, nel caso dovesse risultare confermato, prendere i dovuti provvedimenti nei confronti di coloro che, nelle loro specifiche funzioni, avevano la responsabilità di vigilare sulle modalità avvenute sotto ogni riserva di legge”. Richiesta reiterata, qualche giorno dopo, anche dagli uffici del Controllo Analogo del Comune di Palermo.

La risposta della Rap arrivò il 16 maggio. A darla fu il presidente Giuseppe Todaro. “La prestazione professionale di cui si argomenta risulta esaurita con il deposito della memoria di costituzione e, conseguentemente, definitiva da tempo” in seguito ad un mandato di pagamento dell’8 luglio 2016. In pratica, il nome di quell’avvocato figurava sul sito istituzionale di Rap per una sorta di errore tecnico.

La Cgil torna alla carica, presentata nuova interrogazione

Ma su questa ricostruzione il rappresentante della Cgil Riccardo Acquado non si è detto d’accordo. Anzi, ha deciso di reiterare la richiesta dei chiarimenti sulla figura in questione. “Quanto dichiarato risulta smentito dagli atti di causa, laddove non solo l’avvocato risulta quale procuratore costituito in giudizio, ma è anche presente a tale udienze“. Nella nota inviata a Rap e al Comune, Acquado cita alcune udienze comprese fra settembre 2016 e marzo 2017. Circostanze, secondo il rappresentante della Cgil, “evidentemente ed inspiegabilmente sottaciute”.

“Non si potrà che convenire che l’omessa pubblicazione sul sito istituzionale della cessazione dell’incarico di cui si tratta non potrà essere ricondotta ad un mero errore materiale e alla dichiarata cessazione dell’incarico esauritosi con il deposito della memoria di costituzioni, così come alla data di elargizione del compenso forense (8 luglio 2016), rappresentando un evidente nocumento in termini di trasparenza degli atti societari. Si ritiene che la nota in oggetto, non rispecchiando la vericidità dei relativi atti giudiziari sopra richiamati, appare contraria ai principi di trasparenza”. Fatto per il quale la Cgil chiede nuovi controlli all’Anac, a Rap e agli uffici del Comune di Palermo.

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