Il governo regionale procederà a un riordino complessivo del sistema camerale siciliano, per evitare l’accorpamento delle Camere di Commercio di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani così come imposto dalla norma votata dal Parlamento nazionale all’interno del “Sostegni bis” (art. 54 ter della legge 106/2021). A tale scopo è stato dato mandato all’assessore alle Attività produttive di provvedere a ridisegnare l’assetto degli enti camerali nell’Isola.

La soluzione della Giunta Musumeci

Questa la “soluzione” adottata dalla Giunta regionale che ha deciso di non ricorrere alla Corte Costituzionale contro la norma nazionale, pur stigmatizzando l’assenza di concertazione con la Regione Siciliana da parte di Roma. L’accorpamento delle Camere di Commercio previsto dall’articolo di legge approvato dal Parlamento aveva già ricevuto il netto parere contrario di Unioncamere e sollevato molte perplessità anche dal punto di vista della fattibilità economica.

“Norma inaffidabile”

“Una norma inaffidabile” e “gravi anomalie”. Così l’ha definita nei giorni scorsi il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, al presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, nel corso di un incontro tenutosi a Pozzallo in cui, tra gli altri argomenti, la stessa rappresentante del Governo Draghi si è soffermata sul tema in questione.

Polemiche da giorni

Prevista una SuperCamera a 5. La decisione di “sganciare” Siracusa e Ragusa dalla “Camera di Commercio del Sud Est Sicilia” per lasciare autonoma Catania sta suscitando un vespaio di polemiche nell’Isola. Sembrerebbe che dietro la secessione da Catania ci sia il “risiko” di Fontanarossa.

Cosa accadrebbe

La Regione Siciliana, in base alla nuova norma dovrebbe provvedere entro il 31 dicembre 2021, anche mediante la nomina di Commissari appositamente incaricati, a riorganizzare il proprio sistema camerale e a recedere dagli accorpamenti già effettuati o in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto

Maturi i tempi per riforma del sistema camerale siciliano

“Non ci interessano polemiche e giochi di potere – hanno scritto nei giorni scorsi in una nota congiunta CONFCOOPERATIVE Sicilia, LEGACOOP Sicilia, UNCI Sicilia, UNICOOP Sicilia, CNA Sicilia, Confartigianato Sicilia, CASA Artigiani, CLAAI Sicilia, Confesercenti Sicilia – . Riteniamo siano maturi i tempi per una revisione del sistema camerale siciliano a livello regionale e chiediamo al Governo della Regione di avviare immediatamente il confronto con le associazioni datoriali che rappresentano le fonti istitutive delle Camere di Commercio e di farsi carico, insieme ad esse, di aprire un confronto con il livello nazionale, (Ministero Sviluppo Economico e tavolo tecnico istituito presso lo stesso Ente), in modo da affermare un sistema che, nel rispetto dei principi di efficienza ed efficacia, tenga conto dell’autonomia statutaria regionale (la regione ha la diretta vigilanza sul sistema camerale) e delle aspettative legittime dei singoli territori”.

 

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