Il tema del Recovery Fund tiene banco negli ambienti politici non solo nazionali ma anche dell’Isola. Da più fronti viene chiesto che le risorse che arriveranno dall’Europa non penalizzino la Sicilia ma siano veramente uno strumento per colmare il ritardo accumulato con le altre regioni italiane a causa di decenni di mancata spesa di investimento. Su questo tema arriva anche una mozione presentata da Attiva Sicilia e rivolta al governo regionale.

Il rischio, secondo i deputati regionali Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri ed Elena Pagana, è che la Sicilia riceva meno fondi di quelli che effettivamente le spetterebbero: “L’ultima bozza del Piano Nazionale di ripresa e di resilienza – spiegano – pare che assegnerebbe al Meridione d’Italia solamente il 34% dei circa 64 miliardi di euro a fondo perduto della Recovery and Resilence facility, somme utili per finanziare una cospicua quota del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Ma “tale ripartizione è in contrasto con quanto previsto nella proposta di regolamento del Parlamento europeo che fissa i criteri di suddivisione delle risorse a fondo perduto del Recovery Plan, assegnati in base alla popolazione, all’inverso del prodotto interno lordo (Pil) pro capite e al relativo tasso di disoccupazione di ciascuno Stato membro”.

Secondo questo criterio, infatti, la ripartizione prevista dal Piano nazionale ripresa e di resilienza dovrebbe invece riconoscere al Nord Italia il 21,20%, il 12,81% al Centro Italia ed il 65,99% al Sud Italia, corrispondenti dunque ad oltre 43 miliardi. “Si eviti – concludono i parlamentari regionali – l’ennesimo scippo di risorse a danno del Sud e della Sicilia”.

Già nei giorni scorsi si era innescata una polemica tra Movimento 5 Stele e il governo regionale.  “La solita, inutile, sterile e rancorosa propaganda politica contro il governo Conte. I programmi che Musumeci sventola oggi sotto gli occhi dei siciliani non erano altro che aria fritta che l’Europa, senza progetti esecutivi o meglio ancora cantierabili, avrebbe rispedito al mittente. Altro che, ponte, porto di Marsala o Metro di Palermo, saremmo rimasti con un pugno di mosche in mano”. Lo hanno detto i deputati del M5S all’Ars, in risposta alle critiche della maggioranza di Musumeci alla programmazione del governo Conte per le risorse del recovery Fund.