• Il deputato Ars di IV Cafeo attacca Musumeci che avrebbe dimenticato le aree industriali
  • Monito al presidente della Regione per farse sentire la sua voce al Governo nazionale

Duro affondo del parlamentare regionale di Italia Viva, Giovanni Cafeo, contro l’amministrazione regionale, accusata di aver dimenticato le aree industriali della Sicilia che rischiano di non ricevere nemmeno un centesimo dal Recovery Fund.

Politica industriale miope

“Continua l’ingiustificato disinteresse da parte della Regione a proposito delle politiche industriali dell’isola, ad oggi fuori dal dibattito politico con conseguenze gravissime sull’intera economia siciliana: una situazione che non possiamo più accettare e che impone all’opinione pubblica, alle imprese e ovviamente alla politica un importante e rapido cambio di passo” afferma Cafeo.

Il Polo petrolchimico di Siracusa

“Il Polo Petrolchimico di Siracusa, ad esempio, rappresenta sul territorio un concentrato di know-how
unico che non può rischiare di essere perduto a causa della miopia istituzionale – continua Cafeo – anche
perché, in luogo dell’ormai avviato percorso di transizione energetica, senza un impegno concreto a favore
di un’industria sostenibile e green potremmo ritrovarci con il rischio di una dismissione improvvisa degli
impianti i cui danni sul territorio sono, purtroppo, noti a tutti”.

Rischio desertificazione

Secondo il deputato Ars di Italia Viva, c’è un’altra questione: i mancati aiuti alle aziende tradizionali del Petrolchimico, quelle che hanno le raffineria, rischiano di disincentivare i vertici delle società ad investire denaro.  Uno dei riferimenti è la Lukoil, il colosso russo, proprietario di due raffinerie, tra Priolo ed Augusta, che, all’inizio del 2021 ha ridotto la produzione.

“L’assenza di una chiara presa di posizione verso un nuovo concetto di industria che oltre a rispettare il
territorio guardi con fiducia alle nuove forme di sostenibilità energetica, legate alla forte riduzione delle
emissioni inquinanti, produce numerosi effetti nefasti – dice Cafeo – a breve termine,
disincentivando gli investimenti delle aziende già presenti sul territorio, incerte sul loro destino, ma
soprattutto a medio e lungo termine, riducendo la capacità di attrazione degli investimenti da parte della
Sicilia, in un periodo nel quale dovremmo invece ambire a diventare un hub industriale, energetico e
tecnologico d’attrazione per l’intero bacino del Mediterraneo”.