E’ stato recuperato anche il quinto corpo che era stato individuato nel veliero Bayesian che si trova a quasi cinquanta di profondità davanti alla costa di Porticello. Manca all’appello solo uno dei sette dispersi dopo il naufragio dell’imbarcazione di lusso affondata lo scorso 19 agosto.
Salgono a cinque i corpi ritrovati dai sommozzatori all’interno del Bayesian, affondato a mezzo miglio da Porticello. Quattro corpi sono stati recuperati e un altro è stato individuato dentro il veliero affondato al largo di Porticello.
Il corpo di un’altra vittima del naufragio della Bayesian, il quinto, sarebbe stato individuato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. All’appello mancherebbe dunque un solo disperso. Tre cadaveri sono già stati trasferiti in banchina e caricati sulle ambulanze. Si attende ora il completamento delle operazioni di recupero e l’arrivo delle altre salme.
Sono 4 i corpi senza vita recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel pomeriggio di oggi all’interno del Bayesan, adagiato a circa 50 metri sui fondali davanti a Porticello, nel palermitano.
Un’operazione estremamente delicata questa condotta dai sommozzatori del Corpo nazionale, con il coordinamento della Guardia Costiera. Alla delicatezza per la profondità impegnativa cui stanno lavorando e che rende necessario ridurre i tempi di immersione di ciascun team composto da due unità che si alternano senza soluzione di continuità, si aggiunge la ristrettezza degli ambienti da esplorare e la presenza di numerosi oggetti che ostacolano la penetrazione.
È una “piccola Concordia” hanno detto i 4 di loro che parteciparono ai soccorsi alla nave della Costa naufragata il 12 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio.
Il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco è composto oggi da 27 sommozzatori, 11 sono sommozzatori speleo mentre 8 sono quelli abilitati DNO (decompressione in nitrox) che utilizzano miscele in fase di decompressione che consentono una permanenza maggiore in immersione alla profondità di 50 metri.
Dopo il recupero del quarto corpo, l’operazione sta proseguendo per la ricerca e il recupero degli ultimi due dispersi.
I sub avrebbero individuato e recuperato due corpi dentro la nave affondata a Porticello. I sommozzatori avrebbero visto due sagome dentro una delle cabine.
Adesso sono in corso tutte le procedure per portare in superficie i corpi. Ci vorranno ore. Gli speleosub dei vigili del fuoco hanno ritrovato i corpi di due dei sei dispersi del naufragio del veliero Bayesian colato a picco lunedì notte davanti a Porticello a Palermo.
I sub li hanno intravisti dietro a mobili e materassi in una delle cabine al ponte inferiore della barca. I due corpi, di cui non si conosce l’identità, non sono ancora stati raggiunti. Per recuperarli dovranno essere rimossi gli arredi che bloccano l’intervento dei sommozzatori.
Secondo le prime informazioni si tratterebbe dei corpi di due uomini, che sono stati estratti dallo scafo dopo essere stati individuati in una cabina all’interno dell’imbarcazione.
I cadaveri non sono ancora stati portati sul gommone dei vigili del fuoco perchè l’operazione sta procedendo per gradi a causa della complessità delle manovra e dei tempi di decompressione dei sub. Dopo una prima sosta a venti metri di profondità i sommozzatori stanno per portarli in superficie.
Arrivati i sub che parteciparono alle ricerche sulla Concordia
Dopo avere sentito il comandante della Bayesian, James Cutfield, in queste ore i pm di Termini Imerese e i militari della Capitaneria di Porto stanno sentendo gli altri membri dell’equipaggio e i passeggeri sopravvissuti. Le loro testimonianze per cercare di ricostruire quanto successo nel corso del naufragio della barca a vela nel mare di Porticello.
Da chiarire cosa sia successo che abbiamo provocato l’inabissamento della nave in pochissimi minuti. Intanto per le ricerche sono arrivati altri sub compresi i sommozzatori che hanno preso parte alla ricerche della strage della Concordia, la nave da crociera avvenuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. In questo modo potranno essere intensificate le immersioni per cercare di raggiungere le cabine che si trovano nella parte bassa dello scafo.
Interrogato per due ore comandante
E’ durato oltre due ore l’interrogatorio di James Catfield, 51 anni, il comandante del Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo) poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria. I pm della Procura di Termini Imerese, che ha aperto una inchiesta sul naufragio, lo hanno ascoltato ieri fino a tarda sera per ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini. Gli interrogatori proseguono anche oggi, i magistrati stanno sentendo tutti i sopravvissuti all’interno del resort Domina-Zagarella.
Per ricerche utilizzato robot
Mentre proseguono senza sosta, dalle prime ore dell’alba, le operazioni di ricerca dei 6 dispersi del naufragio del Bayesian, con l’impiego di risorse navali, aeree e subacquee, coordinate dalla Guardia Costiera di Palermo, sono state potenziate le indagini subacquee condotte dai sommozzatori dei Nuclei Sub Guardia Costiera di Napoli e Messina.
I sub stanno infatti operando con l’ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto Rov (Remotely Operated Vehicle). Il “robot” è capace di operare sul fondale marino fino ad una quota di 300 metri e un’autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il dispositivo messo in campo dalla Guardia Costiera, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate, punta a fornire elementi utili e puntuali per ricostruire la dinamica dell’incidente a beneficio della Procura della Repubblica di Termini Imerese.
La deriva mobile dello yacht era sollevata
Sono riprese, dopo il briefing che si è svolto questa mattina, le immersioni degli speleo sommozzatori dei vigili del fuoco impegnati nelle ricerche dei sei dispersi del naufragio del Bayesian, il veliero di 56 metri affondato all’alba di lunedì davanti a Porticello, nel palermitano, in seguito a una tempesta. Il relitto della yacht, di proprietà del magnate britannico Mike Lynch che figura tra i dispersi con la figlia Hannah, è adagiato sulla fiancata di dritta, a una profondità di circa 50 metri. Secondo una prima ispezione esterna, lo scafo non presenterebbe falle e l’albero maestro in alluminio, alto 75 metri, sarebbe integro. Ad attirare l’attenzione dei sub è stata anche la grande deriva mobile dell’imbarcazione, parzialmente sollevata perché il veliero si trovava in rada. Il pescaggio in assetto di navigazione del cosiddetto corpo morto, che nel caso del Bayesian è di circa dieci metri, mira i infatti ad assicurare stabilità all’imbarcazione. Il sollevamento della deriva potrebbe quindi avere in qualche modo favorito il repentino affondamento dello yacht, avvenuto secondo le riprese di alcune telecamere del litorale, nel giro di un minuto. Intanto gli speleo sommozzatori, dopo essere riusciti ieri ad aprirsi un varco nello scafo, avrebbero già ispezionato la cabina armatoriale ma senza alcun esito. Adesso dovrebbero proseguire i controlli nelle cabine dei passeggeri, dove verosimilmente potrebbero essere rimasti intrappolati i sei dispersi. Un’operazione complessa anche per il poco tempo a disposizione, circa 12 minuti tra l’immersione e la risalita in superficie, a causa del periodo necessario di decompressione.
Bayesian: Pretemp, evento più disastroso in mare dal 1970
“Dalle statistiche a disposizione del gruppo di lavoro Pretemp, composto da ricercatori e studiosi che monitorano i temporali forti in Italia dal 2015, questo è potenzialmente l’evento temporalesco che ha causato il maggior numero di vittime dal 1970, escludendo le alluvioni”. Lo afferma Francesco De Martin, studente di dottorato dell’Università di Bologna e co-fondatore di Pretemp. Un evento noto con più alto tasso di morti è quello occorso l’11 settembre 1970 tra Padova e Venezia, quando un tornado causò 36 morti, di cui 21 a causa del rovesciamento di un vaporetto a Venezia. “Dalle analisi del materiale pubblico non è chiaro se nel caso del naufragio di Porticello si sia trattato di un tornado, ossia di una colonna d’aria rapidamente rotante associata a un cumulonembo, oppure di un downburst, ossia di forti raffiche di vento lineari associate al temporale”, dice Federico Pavan, studente dell’Università di Venezia che coordina la raccolta dei report di danni dovuti ai temporali in Italia. I dati raccolti da Pretemp sono poi inviati all’European Severe Storm Laboratory, risultando la sorgente ufficiale di dati di danni da temporali per il nostro Paese. Video di sorveglianza, webcam, dati da satellite e testimonianze riportate nei mass media corroborano sia l’ipotesi del downburst che del tornado, senza escluderle. Se da un lato i testimoni parlano del passaggio di una “tromba marina”, i video pervenuti riportano raffiche di vento molto intense e brevi, ma unidirezionali. “Mentre in Italia il numero di tornado è circa il 13% rispetto al numero totale di danni da vento complessivi, in Sicilia i danni da tornado sono più frequenti, pari al 27% rispetto al totale”, evidenzia Nicola Carlon, cofondatore di Pretemp e meteorologo. Inoltre, sull’isola si osservano molte trombe marine, mediamente 38 all’anno.
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