L’operazione sul contrasto al contrabbando di sigarette scattata all’alba di oggi tra le coste di Palermo, Trapani e di Tunisi mette in evidenza ancora una volta come il reddito di cittadinanza resti comunque appetibile alla frangia criminale, a qualsiasi livello. Seppur con cifre “modeste” rispetto ai facili guadagni che certe pratiche criminose riescono a garantire, comunque la criminalità dimostra di non disdegnare anche questa fonte di guadagno. Probabilmente considerata come la ciliegina sulla torta. Immancabilmente emerge come alcuni esponenti dei due sodalizi scoperti nell’ambito dell’operazione “Blue Wave” avessero ottenuto il beneficio.
I riscontri delle fiamme gialle
Sei dei fermati, secondo quanto appurato dalla guardia di finanza che ha operato in questa attività d’indagine che ha portato a 13 arresti, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”. “beneficio che, in conformità alle disposizioni vigenti, verrà immediatamente sospeso” viene precisato dal comando provinciale della guardia di finanza.
Le intercettazioni
Tutti elementi che sono stati raccolti tramite le indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo-Gico, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e videoriprese. Tutti riscontriu che hanno permesso di acquisire elementi che hanno consentito di sgominare due distinte organizzazioni criminali, in affari comunque fra loro.
Anche ai mafiosi piace
Del sussidio vanno pazzi anche i mafiosi. Lo scorso febbraio saltò fuori che i finanzieri del comando provinciale di Palermo, nel corso di una indagine delegata dalla locale Procura, individuarono ben 145 soggetti con precedenti condanne per mafia che avevano percepito il reddito di cittadinanza non avendone diritto. Tutti sono stati denunciati con l’accusa di “dichiarazioni mendaci volte all’ottenimento del reddito di cittadinanza” e “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed all’Inps”, con cui la finanza agisce in costante sinergia e collaborazione, per la revoca del sussidio ed il recupero del beneficio economico. Le ricerche riguardarono circa 1.400 soggetti, tra cui sono stati selezionati coloro che a partire dall’anno 2009 hanno subito condanne definitive per il reato di associazione di tipo mafioso o per reati aggravati dal metodo mafioso, quindi per reati che impediscono di fruire del reddito di cittadinanza.
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