“Ormai non passa giorno senza che ci arrivi notizia di una truffa sul reddito di cittadinanza, e non passa giorno senza ricevere conferme a quello che diciamo da sempre: va modificato e riformulato, contestualmente bisogna intensificare i controlli ed assicurarsi dei requisiti al momento della richiesta non mesi, o anni, dopo”.

Lo dichiara Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia. “I miei complimenti vanno alla Guardia di Finanza del comando provinciale di Palermo che, in collaborazione con i tecnici dell’inps, hanno denunciato dodici presunti indebiti percettori del reddito di cittadinanza da 3 anni, per oltre 26.000 euro, che in passato avevano ricevuto addirittura condanne per mafia – prosegue Russo – Una ulteriore conferma che non e’ possibile continuare con questo reddito di cittadinanza, che non serve a trovare lavoro ma ormai rappresenta inesorabilmente uno stipendio per chi non ha voglia di lavorare o si considera troppo furbo per farlo”.

L’operazione della finanza

La Guardia di Finanza di Palermo in sinergia con l’INPS, ha individuato 12 persone quali presunti indebiti percettori di Reddito di Cittadinanza. Le Fiamme Gialle hanno accertato che i 12 avrebbero inserito, all’interno della richiesta di accesso alla misura assistenziale, membri del nucleo familiare precedentemente condannati per il reato di associazione mafiosa. In particolare, uno dei soggetti indagati, condannato per estorsione e atti persecutori, avrebbe riscosso, negli ultimi tre anni, indebitamente una somma complessiva superiore a 26.000 euro.

Inoltre in due circostanze sarebbe emerso che i presunti indebiti percettori avrebbero indicato nella domanda di accesso alla misura assistenziale, familiari in stato detentivo, senza darne comunicazione all’INPS. Pertanto, i Finanzieri hanno proceduto a denunciare i presunti illeciti percettori alla Procura della Repubblica di Palermo, che accogliendo le richieste avanzate dei militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, ha disposto nei confronti degli indagati il sequestro preventivo di oltre 50.000 euro corrispondenti all’ingiusto profitto a danno dello Stato, provvedimento convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo. Contestualmente è stata inoltrata all’Ufficio I.N.P.S. la segnalazione per l’irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca/decadenza del beneficio.

Articoli correlati