La graduatoria dei Navigator che ha visto 2.978 vincitori e 5.960 idonei sarebbe falsata. Sotto accusa ci sarebbe il metodo utilizzato per valutare i quiz che sarebbe stato differente da quanto annunciato dal bando di selezione. I sistema di valutazione doveva prevedere un punto per ogni domanda esatta, zero per quelle sbagliate e una penalità di 0,4 per gli errori o le risposte multiple e il voto finale sarebbe dovuto oscillare tra -40 a 100 e 60 doveva essere il punteggio minimo per risultare idonei. Ai test però sarebbe stato utilizzato un algoritmo differente da quanto annunciato con il risultato che i punteggi sono lievitati. Idonei ed esclusi se ne sono accorti visionando il compito. E ora parlano di ‘truffa’ e ‘farsa’.
Sui social è partita la protesta. “All’articolo 8 del bando ci sono i criteri di assegnazione dei punteggi che tutti conosciamo – dice una ragazza che ha partecipato al concorso – . Poi guardi l’algoritmo e scopri che per essere idoneo bastava rispondere a 45 domande corrette e basta. Io ho risposto a 49 corrette e 17 errate e ho preso 58,7. Molto scorretto. “L’algoritmo non era previsto – denuncia un’altra candidata -. E dunque la propensione al rischio è stata alterata perché molti si sono spinti a rispondere oltre le 60 domande pur non essendone sicuri perché al di sotto dei 60 si era spacciati. Così però gli errori sono aumentati”. C’è chi parla di risultato alterato e chi lamenta un cambio delle carte in tavola a giochi fatti.
Come sostiene La Repubblica, una fonte interna racconta che in realtà solo in 4.500 candidati avevano raggiunto almeno i 60 punti. Un numero superiore ai posti – 2.980 – ma che lasciava scoperte molte province. E questo poiché la selezione è nazionale, ma l’assegnazione dei posti territoriale. Ecco dunque l’escamotage. Anpal Servizi – la società in house di Anpal che contrattualizzerà i navigator – si difende dicendo che nel bando l’algoritmo c’era. Laddove all’articolo 8 si definiscono candidati idonei “coloro che abbiano conseguito il punteggio minimo di 60/100”. Non 60 “su” 100. Ma 60 “barra” 100. Cioè: 60 centesimi. Questo doveva indurre tutti a capire che una proporzione matematica avrebbe ricalcolato i voti in centesimi, facendoli oscillare tra 0 e 100, anziché da -40. Non l’ha capito nessuno. E tutti hanno puntato a coprire almeno 60-70 domande. Non è neppure vero, come sostiene Anpal Servizi, che “si è fatto così anche nel recente concorso Inps”. Ma c’è già chi annuncia ricorso e chiederà di rifare la selezione.
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