Flop annunciato per i 5 referendum che si avviano verso una affluenza che resterà ben lontana dalla possibilità, anche minima, di raggiungere il quorum. Nell’intera giornata di ieri l’affluenza alle urne in Sicilia è stata del 16,32%, ben al di sotto della già bassa affluenza su scala nazionale pari al 22,7%, quasi 6 punti in più.

L’affluenza nelle singole province

Il dato maggiore lo ha fatto registrare la provincia di Palermo con una affluenza del 18,07% anche quella oltre 4 punti (quasi 5) al di sotto della media nazionale. Sul podio di questa inutile affluenza ci sono, poi, Enna con il 17,99% e Catania con il 17,01%. In fondo alla classifica Agrigento con il 13,36% e prima Caltanissetta con il 13,91%. nel mezzo Ragusa (16,45%); Messina (16,34%), Siracusa (15,97%)  e Trapani (15,37%).

Il corpo elettorale

I siciliani chiamati alle urne sono più di 4 milioni e mezzo ed esattamente 4.627.146 secondo i dati dell’assessorato regionale agli Enti Locali e del Viminale. Per permettere il loro voto sono state allestite 5306 sezioni.

Si vota anche oggi

Le sezioni sono quelle dove tradizionalmente ogni siciliano vota. I seggi sono stati aperti anche oggi, lunedì 9 giugno, dalle 7 del mattino e fino alle 15,00.

Perché la consultazione sia considerata valida dovrà votare la metà più uno degli aventi diritto al voto nel Paese. Una cifra che appare impossibile raggiungere alla luce dei votanti della prima giornata. Rispetto alle elezioni politiche, regionali e amministrative, questo tipo di voto prevede il diritto all’astensione. L’elettore può esercitare questo diritto in vari modi: può legittimamente non recarsi alle urne o, in alternativa, può scegliere di votare solo per alcuni dei quesiti proposti. In questo caso deve recarsi alle urne, ritirare le schede dei quesiti per i quali si vuole esprimere e rifiutare la scheda o le schede relative ai quesiti per i quali intende astenersi. In questo caso al seggio verrà compilato uno specifico verbale di astensione.

L’astensione è un grande tema italiano non solo in occasione dei referendum. Alle regionali del 2023, ad esempio, in Sicilia votarono soltanto 2.249.870 aventi diritto al voto, poco meno della metà.

I quesiti referendari e le schede

I cinque referendum sono abrogativi ovvero viene chiesto se si desidera cancellare, in tutto o in parte, una legge. Bisogna prestare attenzione nell’espressione del voto: votando sì si chiede di cancellare la legge in questione e il parlamento sarà costretto a fare una nuova legge che tenga conto della volontà degli elettori. Votando no tutto resta com’è attualmente.

Il primo quesito riguarda l’abolizione del Jobs act nella parte che detta le regole sui licenziamenti. per questo quesito si vota su una scheda di colore verde

Il secondo e terzo quesito sono legati indirettamente al primo e ne risultano una conseguenza. Con la scheda arancione si vuole abrogare il sistema degli indennizzi a fronte di licenziamenti individuali di lavoratori nelle piccole e medi imprese puntando alla reintroduzione della “non licenziabilità” se non a fronte di giustificato motivi.

La scheda grigia del terzo quesito punto ad abolire il ricorso facile ai contratti a termine e dunque ad aumentare la stabilità del lavoro.

Con la quarta scheda, quella di colore rosa, si chiede di abolire le nor,me che vietano di estendere la responsabilità degli incidenti sul lavoro anche all’impresa appaltante. Si tratta di una norma che riguarda soprattutto le opere pubbliche. Chi assegna l’appalto, chi  lo vince e lo sub appalta resterebbe responsabilità dell’applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro da parte dell’azienda a cui ha affidato l’incarico

Infine la quinta scheda esce fuori dal mondo del lavoro. Si tratta di un referendum promosso da +Europa e solo dopo spostato anche dalla Cgil. Con la scheda gialla si vuole dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana