“Siamo disponibili a dare una mano alla Sicilia, alla mia terra, ma la sensazione è che Musumeci e Armao chiedano sempre aiuto senza garantire riforme. Mettere denari in un secchio bucato, senza ripararlo, non mi sembra una cosa saggia. Basta sprechi in sanità, nel settore rifiuti, basta todos caballeros. Chiedere allo Stato di intervenire a supporto senza garantire alcuna riforma, né una razionalizzazione delle spese, né un miglioramento dei servizi e della burocrazia per i siciliani, non è utile né alla Sicilia né all’Italia. Con il governo Renzi noi destinammo un miliardo e mezzo di euro alla Sicilia, avevamo chiesto riforme vere, spesa efficiente, spendere bene e tutti i fondi europei. Mi pare che da questo orecchio Musumeci non senta”.
Lo dice in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone che così interrompe lo scambio di battute fra governo nazionale e governo regionale improntato alla inattesa sobrietà vista delle ultime ore. Una irruzione ‘politica’ che viene proprio dal partito che pur sostenendo il governo Crocetta nei mesi in cui una parte consistente del problema si creava, ne era spesso all’opposizione . Proprio l’allora area renziana del Pd, infatti, manteneva in Sicilia una posizione duale criticando le scelte del governatore ma mantenendo in giunta i propri assessori compreso l’assessore all’Economia di quegli anni, Alessandro Baccei. Allora fu un accordo con il governo Renzi prima e proseguito con il governo Gentiloni dopo, a sancire le scelte economiche siciliane. Con coerenza e in continuità con quella linea, adesso, Faraone a nome di Italia Viva prosegue su quel solco e pone la questione del voto che si dovrà dare nei due rami del Parlamento per la trasformazione in legge di quel decreto che dovrebbe arrivare lunedì con procedura d’urgenza.
Nelle ultime ore, infatti, l’intervento statale si è trasformato da un emendamento nel Mille proroghe ad un decreto ad hoc “La norma sul ripiano del disavanzo della Regione Siciliana non poteva andare nel milleproroghe, come proponeva qualcuno in maniera alquanto irrituale. La procedura costituzionalmente corretta, condivisa con il ministro Francesco Boccia cui spetta la proposta, a seguito dell’accordo raggiunto in Commissione paritetica, è un decreto legislativo su norme di attuazione dello Statuto in materia contabile, che sarà varato nel prossimo Cdm, il 23 dicembre” ha annunciato il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.
“Il Governo è mosso dalla volontà di aiutare a risolvere problemi che ricadrebbero sui lavoratori e sugli enti locali, che non portano alcuna responsabilità nella gestione dei bilanci regionali, su cui è necessario fare maggiore chiarezza, seguendo il richiamo forte che è venuto dalla Corte dei conti” dice Provenzano che, è utile ricordarlo, in quel governo Crocetta aveva un ruolo tecnico trovandosi negli uffici di diretta collaborazione proprio dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei e ora riporta correttamente sul piano dello Statuto la vicenda ma la pone in un contesto che può, per lo Stato, diventare rivendicazionista nei confronti della Sicilia sul percorso eventualmente individuato dal Decreto.
“È necessario riportare il confronto Stato-Regione nell’alveo della più leale collaborazione istituzionale, con la sobrietà che aiuta a risolvere i problemi e non con la propaganda. Il Governo c’è, come dimostra l’impegno centrale per evitare che la Sicilia perda i fondi europei, come dimostra la norma approvata oggi in CdM sul Commissario per le strade provinciali siciliane. Soprattutto c’è lo Stato, anche su questa delicata vicenda del bilancio. Chi ha il dovere di rappresentare le istituzioni dovrebbe impegnarsi a ricordarlo tutti i giorni ai cittadini e forse anche a se stesso”, conclude.
E a Provenzano fa eco anche il per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia “Oggi in Consiglio dei ministri il Governo, con grande senso di responsabilità istituzionale, si è impegnato ad adottare con decreto legislativo, che sarà varato lunedì 23 dicembre su proposta del Dipartimento degli Affari Regionali e alla presenza del Presidente Musumeci, il provvedimento approvato dalla Commissione Paritetica della Regione Autonoma Siciliana. La commissione paritetica presieduta dal consigliere del Ministro per gli affari regionali, Antonio Ilacqua, aveva già indicato la strada maestra del percorso costituzionale. Non era pertanto per gli uffici considerata legittima o coerente rispetto al Bilancio dello Stato l’ipotesi dell’introduzione di una norma ordinaria, diversa da quella indicata dalla commissione paritetica nel cosiddetto decreto Milleproroghe. Oltre al dato oggettivo determinato dalla contrarietà della Ragioneria, l’ipotesi di norma era palesemente errata. Il provvedimento prevede il ripiano del disavanzo della Regione in dieci anni. Il decreto legislativo secondo le procedure costituzionali consentirà alla Regione Siciliana di operare correttamente secondo la legge e non inciderà sulle altre Regioni e sugli equilibri complessivi del Bilancio dello Stato. È un chiaro e netto segnale di attenzione e di responsabilità che il Governo nella sua interezza trasmette all’intera comunità siciliana. Ogni altra norma ordinaria sarebbe stata illegittima e incoerente rispetto alle finalità che riguardano la condizione finanziaria della Regione.”
E Musumeci ringrazia ma annuncia che attiverà le procedure previste dallo Statuto per vigilare “Come previsto dal nostro Statuto, parteciperò personalmente alla riunione del governo nazionale. Apprezzo che il presidente Conte abbia voluto dar seguito alla richiesta inoltrata nei giorni scorsi” dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
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