Non accetta l’invito formale del Presidente della Regione a bloccare le norme di spesa e a Musumeci risponderà direttamente in aula ma intanto sui giornali sfoga la sua frustrazione accusando il governo di aver tenuto l’Ars all’oscuro della drammatica situazione dei conti siciliani.

Gianfranco Miccichè, presidente dell’assemblea regionale siciliana sceglie la stampa per il suo sfogo che affida al Giornale di Sicilia di questa mattina e annuncia “un dossier che mette insieme quelli che ritiene siano stati gli errori dell’assessore  all’Economia”. Ci ha lavorato due giorni e ieri l’ha inviato al presidente della Regione informandolo che martedì prossimo, alla ripresa dei lavori d’aula, lo illustrerà in aula ai deputati.

Si apre una spaccatura fra la presidenza dell’Ars e quella della regione, una spaccatura di una maggioranza (o patto di governo) che non ha precedenti in questa travagliata legislatura e torna lo scontro personale fra Miccichè ed Armao che sembrava acqua passata

Di fatto adesso la richiesta di dimissioni di Armao diventa non più solo un fatto personale e politico ma anche formale se pur sempre fra le righe. Nessuna risposta dal Vice presidente della Regione che annuncia di attendere questo dossier per replicare punto su punto in maniera tecnica e non certo con lo stile della politica

Di fatto, nel frattempo, il Parlamento è paralizzato a causa dallo stop alle spese imposto dal governo per fronteggiare una nuova emergenza nei conti: c’è da trovare subito 400 milioni che si aggiungono a un disavanzo da 600 milioni circa già emerso in primavera.

Ma soprattutto la regione deve aspettare che la Corte dei Conti che da giugno rinvia il giudizio di parifica perché i documenti contabili inviati dall’assessore sono stati ritenuti incompleti, si pronunci. Le ultime carte sono state spedite ai magistrati lunedì scorso e per prassi la Corte può prendersi anche 60 giorni prima di arrivare al giudizio: un passaggio senza il quale neanche il bilancio di previsione 2020 non può arrivare all’Ars.

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