Il Premio Valarioti-Impastato, giunto alla sesta edizione, va Renato Cortese, ex questore di Palermo ed ex capo del Servizio centrale operativo della Polizia. La cerimonia di consegna si è tenuta a Rosarno.
Le motivazioni
Queste le motivazioni del riconoscimento dedicato a due eroi del nostro tempo, Giuseppe Valarioti segretario del Pci di Rosarno ucciso nel 1980 e Peppino Impastato giornalista e conduttore radiofonico, noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, ucciso nel 1978: “Uno straordinario esempio. Con dignità e onore porta avanti i valori che hanno contraddistinto la sua vita di uomo e Servitore dello Stato. Rappresenta l’Italia migliore di cui andare orgogliosi”.
Si legge inoltre: “Renato Cortese con la sua esperienza ed elevata professionalità è uno straordinario esempio per la lotta alla giustizia ed alla legalità. Ama ripetere ai ragazzi che incontra nelle scuole ‘Credete sempre in ciò che fate, perché la determinazione e la caparbietà sono essenziali per raggiungere un obiettivo'”.
La cerimonia di consegne a Rosarno
La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta nell’Auditorium del Liceo Scientifico “Piria” di Rosarno. Renato Cortese, già funzionario della Squadra Mobile di Palermo, è stato protagonista di numerose battaglie per la giustizia e la legalità e ha legato il suo nome alla cattura di numerosi latitanti mafiosi tra cui il boss Bernardo Provenzano, arrestato l’11 aprile del 2006 nella masseria di Montagna dei cavalli, a Corleone, dopo 43 anni di latitanza.
“Un Cortese silenzio”
L’opera teatrale intitolata “Un Cortese Silenzio” firmata del regista e attore Vincenzo Pirrotta, è stata presentata ad inizio dicembre a Palermo. Ed ha esaltato la storia di un investigatore di razza della Polizia di Stato diventa una piece teatrale. Il testo, caratterizzato dai ritmi legati alla tradizione del “Cunto”, traccia la vita professionale di Renato Cortese dipanandosi dai successi investigativi relativi alla cattura di pericolosi latitanti mafiosi come il capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano, fino alle indagini su un noto latitante kazako. Quest’ultima vicenda, terminata con l’espulsione della moglie e della figlia del ricercato, è sfociata nell’apertura di un procedimento penale attualmente pendente presso la Corte di Appello di Perugia che ha causato lo stop alla brillante carriera di Cortese.
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