La Regione nel segno del rinnovamento prepara quello che sarebbe un repulisti, una lista nera ancora da limare e definire, e stavolta ci sarebbe anche un gruppo di inamovibili, ovvero direttori generali della Regione.
Parole del governatore Renato Schifani, secondo quanto riporta Il Giornale di Sicilia, pronunciate a margine del convegno Blue Economy: valorizzare il patrimonio e le risorse del mare in Sicilia che si è svolto ieri al Marina Convention Center di Palermo, e accompagnate subito da una precisazione: i nomi degli intoccabili “non è corretto farli, ma saranno soltanto due o tre”, mentre per il resto “occorre rinnovare, inserire nuovo entusiasmo, perché è giusto che sia così.
È giunto il momento di lanciare nuove leve perché moltissimi direttori, che hanno fatto una bellissima carriera, si trincerano oggi dietro all’immobilismo o dietro a volte all’assunzione di posizioni quasi dominanti all’interno degli assessorati, e questo non posso consentirlo. Ormai ho le idee chiarissime”.
La lista
Ci sarebbero già i primi nomi, ma ci sono anche quelli che non dovrebbero essere toccati. Si tratta del capo della Protezione civile Salvo Cocina, recentemente difeso dallo stesso Schifani per la gestione dell’emergenza siccità davanti alle critiche dell’opposizione, del numero uno della Programmazione Vincenzo Falgares, dell’Avvocato generale della Regione Giovanni Bologna, del direttore della Ragioneria Ignazio Tozzo, del dirigente generale del Dipartimento finanze Silvio Cuffaro (fratello minore del più noto ex presidente Totò), apprezzato per il lavoro certosino fin qui svolto, che ha permesso l’aumento delle entrate nelle casse regionali, nonché del timoniere del Dipartimento tecnico, Duilio Alongi.
Così, salvo colpi di scena, gli altri dirigenti generali che termineranno il mandato fra due mesi potrebbero uscire di scena, mentre fra i ruoli che scadono successivamente dovrebbero essere riconfermati il direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino, e Margherita Rizza, a capo del dipartimento degli Affari extraregionali, nominata qualche giorno fa segretario generale ad interim della Regione. In bilico, invece, l’altro uomo dell’emergenza siccità, alla guida del Dipartimento agricoltura, Dario Cartabellotta.
Perchè il repulisti?
I motivi del repulisti? Ricordando che in alcuni casi i direttori cesseranno dall’incarico perché collocati in pensione, tra le contestazioni mosse figurano la lentezza decisionale, la mancata assunzione di responsabilità e l’omessa informazione di dati strategici verso la Presidenza. Schifani, inoltre, non ha dimenticato quanto scritto dal giudice nel provvedimento che riguardava la discarica di Lentini, lì dove venivano evidenziati atti confusi e contraddittori»con riferimento ai dipartimenti Rifiuti e Ambiente, che costrinsero il governatore ad avocare il fascicolo a Palazzo d’Orléans.
I sindacati: “Schifani mortifica ancora una volta la macchina interna”
“Al presidente della Regione ribadiamo che sono necessarie riforme, non certo il repulisti”. È così che il segretario generale della Cisl Fp Sicilia, Daniele Passanisi, e il responsabile del dipartimento Enti regionali, Fabrizio Lercara, rispondono all’ennesimo annuncio del presidente della Regione siciliana, fatto in occasione del convegno “Blue economy” a Palermo, e ripreso oggi dalla stampa.
“Siamo stanchi di finire sulle prime pagine dei giornali – sottolineano Passanisi e Lercara facendo rifermento ai direttori regionali e, più in generale, al personale della dirigenza – il presidente abbia il coraggio di attivare le riforme necessarie per fare funzionare e rendere attrattiva la macchina amministrativa. Minacciare ancora una volta il repulisti, come riportato nuovamente dalla stampa, serve soltanto a mortificare il personale interno e a dare una pessima immagine dell’amministrazione. E’ necessario, invece, il coraggio per una rivisitazione radicale. Ribadiamo ancora una volta che se non si riescono ad attuare le scelte di governo è perché la macchina amministrativa va profondamente riformata senza logiche di partito. Invitiamo il presidente a visitare gli uffici e a verificare di persona le mille difficoltà quotidiane che vi sono”.
“Sono mesi – proseguono ancora i sindacalisti – che chiediamo di attivare un confronto serio che consenta di rivedere le scelte che non hanno funzionato e che impediscono di avere una amministrazione al passo con i tempi e che possa dare risposte ai cittadini e imprese ma questo, è ormai evidente, sembra non interessare al presidente. Non accettiamo mortificazioni del genere e chiediamo con forza al governatore di aprire un dialogo sui temi più importanti: servono riforme, semplificazione, ricambio generazionale, riqualificazione e non certo minacce. Se necessario, a questo punto, attiveremo ogni forma di protesta per spiegare le nostre ragioni che sono quelle di chi, vivendo ogni giorno all’interno degli uffici, conosce le vere problematiche”.





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