Resta in carcere la sorella di Matteo Messina Denaro, Rosalia, arrestata nelle scorse settimane per associazione mafiosa. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Palermo che ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali della donna e l’ha condannata al pagamento delle spese. Rosalia Messina Denaro è accusata dai pm della Dda di aver gestito la cassa del clan e la rete delle comunicazioni del fratello durante la sua latitanza.

I pizzini trovati

Decine i pizzini trovati nella sua abitazione di Castelvetrano e di Campobello di Mazara. Importante soprattutto uno dei bigliettini scoperti dai carabinieri del Ros, a dicembre, mentre piazzavano una microspia in casa della donna. Un biglietto nascosto dentro l’intercapedine di una sedia. E’ stato proprio questo a dare l’input all’indagine che ha portato alla cattura del capomafia. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Piero Padova e Gianluca De Leo.

Ieri la lettera del fratello

Appena ieri si era appreso della lettera indirizzatale dal fratello Mattero Messina denaro fra le tante inviate durante la latitanza. Incalzato dal male, Matteo Messina Denaro preparava lucidamente la sua uscita di scena. “Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento” scriveva alla
sorella Rosetta arrestata nei giorni scorsi.

Il boss cosciente delle sue condizioni, l’ultima sfida allo Stato

Il boss era ormai cosciente della gravità delle sue condizioni e si affrettava a lasciare le sue disposizioni per l’ultima sfida allo Stato: meglio una morte volontaria che la resa dopo trent’anni di latitanza.

Nel covo di Campobello di Mazara una pistola

Per chiudere da eroe solitario la sua partita Messina Denaro, come scrive oggi il quotidiano La Repubblica, avrebbe potuto usare la pistola Smith & Wesson che teneva nel suo covo di Campobello di Mazara.

La sorella custode dei segreti del boss

La sorella era indicata oltretutto come l’esecutore testamentario e aveva quindi il compito di fare scomparire le tracce dei tanti segreti ingombranti del boss: quelli rivelati dai mille pizzini trovati in casa di Rosetta Messina Denaro e quelli custoditi dal fratello.

L’arresto della donna

Secondo la Procura di Palermo, che ne ha chiesto e ottenuto l’arresto, la donna sarebbe stata anche punto di riferimento economico del padrino, gestendone la cassa, e avrebbe avuto un ruolo essenziale nella trasmissione degli ordini e delle direttive del fratello. Nelle sue case di Campobello di Mazara e Castelvetrano sono stati trovati decine di “pizzini”, alcuni con una sorta di contabilità tenuta per conto del fratello.

Il nome in codice

Fedelissima al capomafia, Rosalia, nome in codice nei bigliettini scoperti “Fragolone”, ha finito oltretutto, anche se involontariamente, per determinarne l’arresto. E’ stato infatti un appunto dettagliato sulle condizioni di salute del fratello, da lei scritto e nascosto nell’intercapedine di una sedia, a dare agli investigatori l’input che ha portato, il 16 gennaio scorso, all’arresto del boss.

Articoli correlati