Dalla sanità alle aziende controllate passsando per Sicilia Digitale e per la Sas riparte la battaglia sullo scacchiere delle nomine del governo Musumeci. Mentre tutti gli occupanti dei posti chiave che erano stati messi lì in via provvisoria prima delle elezioni nazionali restano al loro posto nonostante siano passati ormai quasi 4 mesi da quelle elezioni (la motivazione ufficiale è stata fornita da un’altro turno elettorale, le amministrarive finite con i ballottaggi di domenica scorsa) arrivano conferme informali su nomi fatti nelle scorse settimane e che avevano destato sorpresa ma circolano anche altri nomi per altri posti. Si tratta, al momento, solo di voci ma sono voci insistenti ed autorevoli anche se tutto può sempre cambiare fino all’ultimo istante.
Mentre si attende il concorso per i nuovi manager delle Asp e degli ospedali siciliani in virtù della nuova pasticciata legge nazionale che impone procedure lunghe, farraginose e foriere di ricorsi e paralisi (la commissione è stata nominata e insediata e se ne attende l’esisto dei lavori), ci sono aziende che restamo nell’orbita della sanità ma che potrebbero vedere nomine a prescindere dal concorso e dall’iscrizione nel registro degli aventi titolo all’incarico di manager, albo istituito presso il ministero.
Un caso è quello della Fondazione Giglio che gestisce l’omonimo ospedale a Cefalù. Una anomalia gestionale dovuta ad una serie di vicende passate che vanno dall’abbandono da parte del san Raffaele Di Milano per le sue note vicende giudiziarie alla trasformazione in Fondazione e fino alle polemiche sui soci e sulla gestione di contratti di servizio e contratti di lavoro del personale. Ora per la guida della Fondazione Giglio si fa il nome di Ada Terenghi, già candidata di Forza Italia nel collegio Palermo 2 Libertà alla Camera dei deputati battuta dal pentastellato Giorgio Trizzino direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini. Quali le competenze a curriculum non lo si sa. Da ultimo dirigente della AMG, azienda del gas di Palermo, potrebbe così approdare ad un ruolo di primissimo piano.
Secondo caso è quello dell’azienda Seus 118, certamente di natura sanitaria visto che gestisce le emergenze ed urgenze, insomma ambulanze ed eliambulanze in Sicilia. Alla guida c’è Roberto Colletti uno fra gli ultimi nominati di Musumeci. Il Presidente aveva scelto di mettere in queste aziende solo ‘commissari’ o comunque presidenti provvisori non volendo fare le nomine durante la campagna elettorale per le nazionali. Quei nominati attualmente sono tutti in sella. E fra loro Colletti era indicato come possibile riconfermato dopo il 4 marzo. Ma adesso gli equilibri potrebbero essere cambiati e a Colletti potrebbe succedere un giovane avvocato palermitano attualmente al Corecom ovvero Giuseppe Di Stefano che però sarebbe in lizza anche per un altro posto e dunque potrebbe cedere il passo. Sempre voci non confermate, per carità, ma neanche smentite.
Lasciando il mondo della sanità c’è un’altra sfida importante per la guida di una società regionale che fino a qualche settimana fa non valeva praticamente niente ma che adesso diventa strategica: la Resais.
Società costituita a Palermo per la gestione del personale già dipendente degli Enti Economici AZASI, EMS ed ESPI e delle società a totale partecipazione o controllate, era ormai ad esaurimento perchè il personale in questione era ormai quasi azzerato. Ma la Finanziaria regionale le assegna il compito di assorbire per la stabilizzazione 2800 precari ex Pip e questo significa un rilancio forte dell’attività della società che torna ad essere il consistente contenitore che era negli anni ’70 e ’80; guidata dall’avvocato Francesco Salvo nominato a giugno del 2017 prima dell’era Musumeci. Alla Resais potrebbe puntare un uomo pronto a riciclarsi dopo l’era Crocetta durante la quale ha avuto ruoli e incarichi. Si tratta di Giulio Guagliano, ma qui le voci si fanno meno insistenti. La sua vicinanza a molte operazioni targate Crocetta e compagni sembra non sia stata sufficientemente compensata dalle polemiche che lui stesso ha lanciato verso altre idee dell’epoca appena trascorsa.
Restando in tema di personale come non parlare della Sas la Servizi Ausiliari Sicilia, società da duemila dipendenti, molti precari, che nei giorni scorsi è stata al centro della polemica anche per il rischio licenziamenti. L’ultimo episodio riguarda il precario che ha tentato il suicidio dal cortile dell’Ars durante i lavori del Parlamento di due giorni fa. Proprio per la Sas torna in pista Di Stefano e qui la battaglia è a due. Da un lato, Marcello Caruso, assai gradito all’area di Forza Italia più vicina all’ex presidente del Senato Renato Schifani, dall’altro di nuovo lui Giuseppe Di Stefano, già alla guida della Sas in passato, e molto vicino al presidente della commissione bilancio dell’Ars Riccardo Savona.
Di nomine sul piatto ce ne sono diverse altre ma la stagione delle scelte potrebbe slittare ancora di qualche settimana a causa di tensioni fra i partiti che compongono la maggioranza. Sui nomi proposti per alcune partecipate, infatti, ci sarebbe divergenza di opinioni fra il Presidente dell’Ars Miccichè e la maggioranza di Musumeci e ci sarebbe, poi, anche la posizione dell’assessore all’economia Gaetano Armao al quale alcuni nomi proprio non andrebbero giù.
Così l’ultima proposta parla di dividere prima le ‘spettanze’ in base al peso dei partiti e poi procedere alla scelta all’interno delle singole forze politiche. Forza Italia potrebbe, quindi, ottenere Sicilia digitale, Cas, Sas, Seus e Irca. E in questo caso passerebbe il ‘Miccichè pensiero’ per Sas. l’Udc vuole l’Airgest di Trapani. La Lega, fino ad ora rimasta fuori da tutto, vorrebbe Siciliacque ma forse anche qualcosa di più. E ci sarebbe posto anche per una indicazione degli autonomisti di Raffaele Lombardo ed una seconda dell’aerea popolare della medesima formazione come accaduto in giunta (dove Autonomisti e popolari sono rappresentati da Lagalla e Ippolito per dare spazio a entrambe le anime)
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