Trovare la convergenza di tutte le forze politiche per approvare la nuova legge elettorale per gli Enti Locali. E’ la missione che si è dato il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone affinché le nuove regole sul voto nei Comuni siciliani siano quanto più condivise possibile.
Ieri – dopo il forfait in aula – sono andati avanti per tutta la giornata i colloqui fra gli esponenti dei partiti che siedono a Sala d’Ercole con l’obiettivo di trovare una sintesi in grado di ammorbidire soprattutto la posizione del Movimento 5 Stelle che non vuol saperne di votare la riforma come sta venendo fuori nonostante i vari aggiustamenti.
I pentastellati hanno issato subito le barricate quando dalla prima commissione venne approvato il ddl che aboliva i ballottaggi (poi rientrato dopo gli interventi del segretario dem Fausto Raciti e di Nello Musumeci leader di #diventerabellissima) e nemmeno l’ipotesi di un raggiungimento della soglia al 40 per cento per vincere al primo turno sembra smussare la loro posizione.
“Sul resto, cioè doppia scheda o trascinamento possiamo parlare, ma in matematica la maggioranza è 50 più uno – precisa Giancarlo Cancelleri – se poi vogliono stravolgere la democrazia… E’ da un mese e mezzo perdiamo tempo con questa caz…. e la Sicilia affonda!”
Il punto focale è appunto la quota percentuale utile ai candidati sindaci per ottenere la vittoria al primo turno e nonostante due giorni fa sia stata trovata un’intesa fissata al 40 per cento, oggi tutto sembrerebbe messo in discussione.
Forza Italia, che ha sempre sostenuto la necessità di modificare i criteri di elezioni applicandoli ad un sistema politico tripolare, sostiene che il 35 per cento dei voti validi possa essere la ‘soglia più corretta’.
Il Pd, invece, punta a replicare alcune regole dell’Italicum anche per l’elezione dei sindaci siciliani: quindi ribadisce la necessità di arrivare al 40 (tuttavia ad alcuni esponenti dem l’ipotesi di una soglia al 35 per cento non dispiacerebbe). La sintesi sarebbe il 38 per cento, ma non è detto che i democratici accettino.
Per raggiungere l’intesa (che al momento non è sancita) si sono fatte le ore piccole, tanto che il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, che ha l’abitudine di tornarsene ogni sera a Catania ha scelto di pernottare a Palermo pur di chiudere la partita.
Qualcosa di più se ne saprà prima dell’inizio dei lavori fissato per le 11. Ardizzone, però vorrà sapere se è stata trovata una convergenza ampia e allora la possibilità di vedere approvata la riforma prima di sabato prossimo si allontanerebbe parecchio.
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