L’Amministrazione comunale ieri ha siglato l’atto di affidamento della gestione del mercato dell’usato e del libero scambio nel quartiere Albergheria all’Associazione denominata “Sbaratto”. Quest’ultima avrà il compito di fungere da tramite tra l’Amministrazione comunale e gli operatori del riuso/venditori, e si occuperà della gestione del mercato, oltre che dell’organizzazione delle attività collaterali di promozione culturale, turistica, economica e sociale del quartiere, con particolare riferimento ai temi ambientali e di economia circolare. L’atto segna il punto di arrivo di un lungo lavoro sul territorio che ha visto coinvolta l’intera Amministrazione, nonché soggetti esterni come l’Università, l’Associazione sos Ballarò, i residenti e gli stessi commercianti.
“Un lungo percorso frutto di coinvolgimento e condivisione tra diversi soggetti e cittadini che vivono e operano nel quartiere – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Un modello decisionale innovativo che finalmente trova uno sbocco operativo che speriamo dia i frutti sperati soprattutto per quanto riguarda il decoro dell’area, per la sua vivibilità, per il ripristino di condizioni di legalità e di emersione dalla marginalità sociale di molti dei soggetti coinvolti”.
“E’ la seconda buona notizia per il quartiere Albergheria nell’arco di pochi giorni – ha dichiarato il presidente della Prima Circoscrizione, Massimo Castiglia -. Dopo l’avvio del cantiere per la costruzione del Mercato coperto in piazza del Carmine, la firma di questo atto sancisce la regolarizzazione sperimentale del mercato dell’usato dopo 20 anni in cui si è ampliato in maniera incontrollata per le vie del quartiere. In un periodo storico in cui si parla tanto di economia circolare, il processo di rigenerazione partecipativa, avviato più di 3 anni fa dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con le realtà operanti all’Albergheria e con l’università degli Studi di Palermo, punta non solo sulle 4 R (Riuso, Riparazione, Riciclo, Riduzione) ma dedica una particolare attenzione all’emersione dei soggetti in difficoltà. E’ questo – ha continuato Castiglia – il valore aggiunto del processo in corso: quando le condizioni legate all’attuale emergenza sanitaria lo permetteranno, l’Associazione Sbaratto, costituita dai venditori del mercato con il supporto di circa 20 associazioni cittadine, gestirà l’area assegnata in modo regolare, in totale collaborazione con il Comune e con le forze dell’ordine“.
Le finalità da perseguire sono molteplici:
– creare un’area di “libero scambio” inteso come spazio in cui è possibile lo scambio (baratto o compravendita di modico valore) di oggetti usati che non rientrano nella categoria merceologica del cibo o dell’alimentare con l’obiettivo di facilitare e normare esempi di economie residuali, quali strumenti in grado di consentire dignitose condizioni di vita e costituire una risposta alle sfide poste dall’inclusione sociale ed economica di soggetti in situazione di svantaggio;
– disciplinare l’organizzazione e lo svolgimento del “Mercato dell’usato e del libero scambio dell’Albergheria” da intendersi quale strumento atto a favorire, attraverso il riuso e il riutilizzo degli oggetti, la possibilità di gettare le basi per una nuova economia non più fondata sul concetto di consumismo estremizzato, attribuendo, in tal modo, al mercato dell’usato finalità culturali e di rispetto ambientale.
– realizzare soluzioni adeguate per il ripristino della legalità e per contemperare i diversi interessi della collettività: benessere dei residenti, igiene pubblica, ordine pubblico e sviluppo del territorio;
– fornire una risposta concreta alla condizione di estrema povertà dei soggetti coinvolti nel mercato, garantendo ai “venditori per bisogno” l’opportunità di avere riconosciuta la loro attività in termini di “lavoro”, valorizzare le competenze degli stessi venditori in progetti lavorativi e supportare l’organizzazione di attività collaterali di animazione territoriale, culturale e sociale;
– valorizzare dal punto di vista ecologico il mercato e adottare iniziative tese al riutilizzo dei prodotti in un’ottica di prevenzione del rifiuto.
L’affidamento avrà la durata, per un periodo sperimentale, di mesi sei dalla data di attivazione del servizio. Al termine dei sei mesi di sperimentazione l’Amministrazione Comunale procederà alla valutazione dell’esperienza e, in caso di giudizio complessivo positivo, determinerà la prosecuzione del Mercato con possibilità di proroga. In caso contrario sarà facoltà dell’Amministrazione Comunale selezionare un nuovo soggetto.
“In considerazione della particolare situazione dovuta alla pandemia da Covid 19 […] – così recita l’atto di affidamento – l’attivazione del servizio dovrà avvenire entro e non oltre due mesi dalla cessazione delle restrizioni in atto vigenti e comunque solo a seguito di comunicazione da parte del Committente”.
L’affidamento non comporta oneri a carico del Comune.
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