Una pioggia di osservazioni alla Legge di stabilità regionale siciliana che mettono a rischio, principalmente, il percorso di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, gli Asu, ma che potrebbero compromettere anche altri passaggi economico finanziari della medesima legge.

Le osservazioni del Ministero dell’Economia

Sono state trasmesse alla Regione siciliana il 28 maggio scorso una lunga e articolata serie di osservazioni elaborate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla Legge di stabilità siciliana approvata ad aprile. Una norma contestata anche all’interno della stessa maggioranza che ha scatenato scontri in Assemblea regionale siciliana fino a causare l’interruzione del percorso con la cancellazione di diversi articoli pur di giungere a chiusura pria che le tensioni esplodessero.

Non bastano a Roma le norme pretese dal governo nazionale

Una legge che recepisce molte cose chieste proprio da Roma e poste a condizione per consentire il rientro in dieci anni del disavanzo residuo ma che adesso rischia di essere impugnata in più parti. Fra le norme inserite in legge di stabilità c’è l’articolo 36 che stabilisce il percorso di stabilizzazione che dovrebbe porre fine al precariato oltre che ventennale di migliaia di lavoratori

A rischio la stabilizzazione dei 4500 preari Asu

“Occorre che il Governo della Regione spieghi, con immediatezza, al Presidente del Consiglio la gravità della situazione dei lavoratori ASU della Sicilia e gli effetti devastanti che si produrrebbero da un eventuale stop alle procedure di stabilizzazione” tuona adesso la Fp Cgil Sicilia.

Tra le norme oggetto di “osservazioni” assai pesanti c’è l’art.36 della legge 9/2021 che riguarda proprio la “stabilizzazione degli ASU”. “La Sicilia non è nuova a rilievi ed impugnative su questa materia – affermano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e il Segretario regionale, Massimo Raso – è da tempo che sollecitiamo il Governo siciliano di avviare una interlocuzione con quello nazionale, finalizzata esattamente a evitare queste “osservazioni” propedeutiche all’impugnazione delle norme e per spiegare la specialità siciliana. E in particolare il fatto che, al pari delle norme nazionali citate dal comma 1 dell’art. 36, anche noi abbiamo l’esigenza di chiudere la brutta pagina del precariato degli Enti Locali”.

Fp Cgil e Cobas chiedono ‘spiegazioni urgenti’

Ed una interlocuzione immediata al fine di contribuire a predisporre la nota di risposta al Ministero viene sollecitata anche dagli autonomi dei Cobas che in Regione sono il sindaco con il maggior numero di iscritti. Si teme infatti una impugnativa a breve con conseguenze che rischiano di essere devastanti sul piano sociale ma anche su quello operativo ed economico

Proclamato lo stato di agitazione

“Sia l’Assessore Scavone che l’Assessore Zambuto ci hanno assicurato di avere avviato interlocuzioni romane col Ministero – sostiene ancora la Cgil – a questo punto, visto il risultato, gradiremmo ricevere delle spiegazioni. E’ necessario evidenziare in modo chiaro ed inequivocabile che è grazie al lavoro di questi 4.400 lavoratori, privi di contratto e senza contributi da 24 anni, che è possibile tenere aperti materialmente diversi Uffici, Musei, Aree Archeologiche. Questi lavoratori, alla stregua dei loro colleghi, hanno il sacrosanto diritto ad essere stabilizzati”.

In attesa di convocazione e di chiarezza parte lo stato di agitazione che prelude all’organizzazione di manifestazioni di piazza.

Csa-Cisal “Subito il tavolo tecnico permanente, pronti a protesta”

“Sulla stabilizzazione degli Asu serve chiarezza: per questo, dopo i rilievi del Mef, chiediamo l’immediata convocazione del tavolo tecnico permanente regionale alla presenza dell’assessore Antonio Scavone”. Lo dicono Clara Crocé e Gianluca Cannella del Csa-Cisal.

“È necessario inoltre – continuano Crocé e Cannella – concertare le controdeduzioni che il governo regionale dovrà presentare per chiarire ulteriormente le possibilità previste dall’articolo 36 della Finanziaria regionale. Un dovere morale nei confronti dei 4.500 lavoratori Asu e delle loro famiglie che aspettano finalmente un percorso definito e concreto, non si può continuare a giocare sulla loro pelle. Scavone aveva assicurato che sarebbe andato a Roma per difendere la norma, vorremmo sapere se ciò è avvenuto e con quali risultati. Siamo pronti alla mobilitazione generale e a proteste clamorose per arrivare a una soluzione”.

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