Carenza di personale negli uffici, attività amministrative al collasso e cimitero dei Rotoli pieno di salme. Questi sono le criticità mosse dall’agenzia di servizi funebri di Palermo. Un dossier sottoscritto da Alessandro Paternostro e Francesco Trinca, in rappresentanza di Aif, Sicof e Federcof, nel quale le sigle di categoria lamentano una serie di difficoltà registrate nell’espletamento dei loro servizi. Problemi che si manifestano nel quotidiano, con l’impossibilità, a volte, persino di reperire il materiale per le sepolture o nello spostamento delle salme dalle camere mortuarie ai cimiteri.
“Al momento non c’è personale sufficiente e infrastrutture non idonee per poter garantire i servizi di pubblica utilità al cittadino – sottolineano Trinca e Paternostro -. I cittadini e gli operatori del Comune sono letteralmente “accampati” negli uffici dati in prestito provvisoriamente dalla precedente Amministrazione a Piazza Giulio Cesare. E quindi, ancora una volta giunti a conoscenza, dovrebbero trasferirsi per l’ennesima volta, altrove”.
L’inizio del pre-dissesto degli impianti cimiteriali
Le sigle di categoria fanno un dettagliato racconto delle difficoltà vissute in questi due anni di emergenza cimiteriale. Iniziando dal 4 dicembre 2020, quando per l’ennesimo volta gli uffici dei servizi cimiteriali finiscono sotto gli occhi della Procura.
“Il Comune di Palermo in tre lustri ha cambiato dirigenti e funzionari del settore cimiteriale con poca fortuna. Negli ultimi dieci anni per ben quattro volte il cimitero dei Rotoli è finito nel mirino della Procura. Fatti di cronaca, un capitolo, anzi un libro, dai dati ancora più spinosi, quando alcuni dipendenti “personale appartenenti agli uffici degli impianti cimiteriali” veniva sospeso per vicende di attività giudiziarie e quindi trasferiti in altri uffici in attesa di giudizio”. A tal proposito, Trinca e Paternostro sottolineano che “l’Amministrazione, a seguito di questo spostamento coatto, non attuava un piano di riequilibrio per la reintegrazione delle unità mancanti. “Nessun via libera” alle delibere propedeutiche per il reinserimento del personale, tutto resta ingessato, e i disservizi hanno inizio, causando una vera e propria serie di problemi gestionali”.
“Non si poteva più garantire la sepoltura di tante salme a causa della mancanza di personale. Non si poteva più garantire il trasporto delle salme, tale da turbare il normale svolgimento dei rapporti economici e sociali. Ma a ricordare quanto sia preminente ed urgente la risoluzione del problema, vi è l’odore nefasto delle salme che rimangono a casa o negli obitori ospedalieri, oltre che si solleva in aria dai depositi ad ogni spiffero di vento, un tanfo che è difficilmente descrivibile con le parole, ma che rappresenta un ulteriore pugnalata a quei familiari che si trovano ad onorare i propri morti in queste condizioni disumane, senza poter neanche recarsi al cimitero per portare un fiore”.
I passaggi con le Commissioni Consiliari e la vecchia Amministrazione
I rappresentanti delle sigle delle agenzie cimiteriali rievocano tutta una serie di sedute tenutesi ad agosto 2021 nelle varie commissioni consiliari. Consessi nei quali gli esponenti delle agenzie dei servizi mortuari hanno ribadito lo stesso concetto: “E’ superfluo evidenziare, ma lo si ritiene utile di aver esposto una serie di problemi gestionali“. Riunioni giudicate come inutili dai rappresentanti di Aif, Sicof e Federcof. “Mentre la politica discute, i morti continuano a rimanere a casa, o negli ospedali, o ad occupare i depositi e i gazebo. A volte messi per terra o sopra impalcature improvvisate o dentro gli uffici”. Proteste seguite da un tavolo tecnico con la vecchia Amministrazione e dalle promesse di rimediare a quanto successo.
Le carenze di personale nel weekend
Il personale però rimane sempre quello. Decisamente insufficiente per quelle che sono le richieste delle agenzie di pompe funebri. Fatto aggravato soprattutto nei giorni festivi e nei weekend, quando gli operatori comunali sono ridotti all’osso. Situazione avvenuta diverse volte e sulla quale le associazioni di categoria hanno lanciato diversi gridi d’allarme. Come avvenuto a novembre 2021, quando i lavoratori avviavano diverse forme di protesta.
“Abbiamo scritto in una nota di fuoco quanto accaduto – sottolineano Trinca e Paternostro -. “E’ stato richiesto anche l’intervento della Guardia di Finanza. Una situazione insostenibile che visivamente raggiunge la sua vergogna, che affonda le sue radici e ritardi in una complessiva incapacità gestionale della vicenda. Quarantasei persone decedute non possono essere trasportate costrette a rimanere negli obitori perché non c’è il personale per sbrigare le pratiche, situazione che ha raggiunto livelli non dà paese civile”.
La chiusura di Palazzo Barone
Una carenza strutturale e di personale che raggiunge il suo apice a gennaio 2022. Data nella quale gli uffici di Palazzo Barone chiudono i battenti. “Era emerso che necessitava urgentemente di un intervento. Il Servizio Gestione Impianti Cimiteriali veniva “smembrato” causa chiusura della sede di Palazzo Barone, dove venivano svolte prestazioni di pubblica utilità. Tale trasferimento, fino ad oggi Agosto 2022, ha comportato innumerevoli e inimmaginabili disagi lavorativi nello svolgere le attività di particolare delicatezza e complessità senza essere in possesso, tra l’altro, degli adeguati strumenti informatici (scanner, fotocopiatori, telefoni d’ufficio per comunicazioni di pubblica utilità) e soprattutto cartacei (fascicoli relativi alle sepolture site nei tre cimiteri comunali).
I dubbi di Aif, Sicof e Federcof sulla chiusura di Palazzo Barone
Una chiusura sulla quale Paternostro e Trinca sollevano diversi dubbi. “E’ inevitabile chiedersi come mai viene dichiarato “inagibile” un immobile, come Palazzo Barone, che strutturalmente comprende un intero isolato e che è accorpato a numerose abitazioni e attività regolarmente aperte al pubblico (farmacia, abbigliamento, alimentari, ecc.) e soprattutto un emporio cinese che si trova esattamente a fianco dell’ingresso principale degli uffici di pubblica utilità comunali. E’ risaputo che l’interdizione di un immobile dovrebbe comprendere, non solo tutta l’area interessata, ma anche le possibili strade e/o marciapiedi percorse h24 da pedoni, ed essere comunque dichiarata con una relazione degli organi competenti come Vigli del Fuoco e/o Protezione Civile, a seguito di un sopralluogo esterno e interno dell’edificio interessato. Tutto ciò non è mai avvenuto e nessun atto sopradetto è stato richiesto dai responsabili del Servizio Cimiteri”.
“L’unico documento attualmente agli atti dell’Amministrazione Comunale risulta essere una relazione tecnica riguardante i pilastri di Palazzo Barone che lo dichiarano inagibile per probabile pericolo di crollo, e la cui situazione attuale parrebbe già conosciuta da “anni”. Non si capisce come mai, allora, abbiano effettuato lavori di ordinaria manutenzione. Come ad esempio nuova pavimentazione dell’androne e pitturazione delle pareti, riparazione di una parte della scala principale tra il secondo e il terzo piano, messa in sicurezza e rifarci mento del cornicione prospicente la via Lincoln, ma soprattutto la sostituzione delle porte di accesso a tutto il Servizio Cimiteri (3 piani) dalle scale con quelle previste dalla normativa per la sicurezza dei lavoratori, ovvero porte ignifughe anti‐panico taglia fuoco”.
Mancano gli elementi più elementari per le operazioni cimiteriali
Carenze che hanno raggiunto livelli inimagginabili, perfino nei settori più elementari per un cimiteriali. Come ad esempio le operazioni di sepoltura. Interventi per i quali a volte si sono registrate carenze sul fronte del cemento, dell’ardesia e dei sacchi. Fatto che ha comportato, in alcuni casi la sospensione delle operazioni di “estumulazione. Questo perché mancano i sacchi necessari a contenere zinco, legno e resti di vestiti, che vengono considerati rifiuti speciali. Ciò ha bloccato di fatto le sepolture delle salme in deposito, anche per quelle che un posto già ce l’hanno nelle tombe di famiglia”, raccontano nel dossier Trinca e Paternostro.
L’attacco hacker e la mancanza dei medici dell’Asp
Ultimi elementi di difficoltà, ma soltanto in ordine cronologico, quelli che hanno interessato l’attacco hacker al Comune di Palermo. Oltre a paralizzare l’intera macchina amministrativa, i disservizi del portale comunale hanno reso difficile l’espletamento delle pratiche per i servizi cimiteriali. “Server bloccato, le salme restano in casa o in ospedale non è possibile avere in tempo le autorizzazioni al trasporto, tutto è bloccato. E’ possibile avere le autorizzazioni soltanto recandosi negli uffici e in forma cartacea. Non è possibile avere in tempo le autorizzazioni al trasporto e tutto è bloccato”.
Si arriva così al 19 Luglio 2022, quando si è registrato l’ennesimo stop alle tumulazioni nei cimiteri di Palermo. Questa volta per la mancanza di medici dell’Asp. Disservizio andato avanti fino alla fine del mese. “Medici dell’Asp in ferie, bare a deposito per l’impossibilità di eseguire i controlli sulle salme. Un fatto che ha avuto, come conseguenza, l’ennesimo stop alle operazioni di tumulazione nei cimiteri di Palermo. Quando si lavora sulle operazioni di sepoltura, la normativa prevede che ci debbano essere dei medici che vengono a verificare l’apertura e chiusura delle tombe”.
Le proposte delle agenzie
Un’emergenza lunga due anni e che ha fatto finire Palermo al centro delle critiche da parte dell’opinione pubblica nazionale. Una brutta pagina per la città che le sigle di categoria vorrebbero chiudere al più presto. A tal proposito, Aif, Sicof e Federcof hanno inoltrato un vademecum all’Amministrazione Comunale, contenente una serie di proposte. Fra queste, oltre al potenziamento degli uffici e al reintegro del personale perso in questi anni, si registra la riattivazione del front office. Uno strumento, sottolineano Trinca e Paternostro, con il quale “si ha la possibilità di servire meglio l’utenza. Evadere molte più pratiche e contestualmente acquisire le richieste cellette ossario per le famiglie che hanno i loro cari inumati in campo temporaneo”.
Potenziare il personale di Coime e Reset
Fatto a cui le sigle sindacali fanno seguire la richieste della trasformazione dei diritti comunali di trasporto salma in città e fuori comune in diritti di segreteria. Ciò “in quanto gravano e penalizzano, a nostro parere, l’utenza per un servizio che di fatto non viene erogato. Appaiono come un ulteriore fremito insopportabile balzello, vissuto da tutti come una ingiusta tragicomica contribuzione per servizi non resi”. Le agenzie di pompe funebri ritengono poi fondamentale potenziare i ranghi di Reset e del Coime, ovvero delle unità operanti all’interno del cimitero dei Rotoli. Proprio nelle strutture mortuarie, Trinca e Paternostro vorrebbero la previsione di un medico dell’Asp fisso per seguire le operazione di tumulazione. Ciò in modo da evitare quanto successo a fine luglio.
Nuovo cimitero a Ciaculli e ampliamento degli impianti esistenti
Problema chiave rimane infine quello delle strutture. Aif, Sicof e Federcof ritengono fondamentale avviare l’iter per la costruzione del cimitero di Ciaculli, che consentirebbe di reperire posti utili in termini di inumazioni. Fatto a cui deve seguire un ampliamento del cimitero dei Capuccini e di quello di Santa Maria di Gesù. Inoltre, attraverso il potenziamento degli uffici, si potrebbe sbloccare l’impasse ai Rotoli relativo ai campi d’inumazione. “Questa decisione consentirà di non sovraccaricare i depositi e contestualmente di svuotarli progressivamente”. Da capire cosa risponderà l’Amministrazione alle associazioni di categoria. Intanto, l’emergenza rimane e 1200 bare attendono ancora una degna sepoltura nei depositi del cimitero dei Rotoli.
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