“Noi vogliamo lavorare. Il nostro gioco è legale”. Continuano a ripeterlo da settimane e lo hanno scritto anche su dei volantini virtuali che stanno facendo il giro del web, i gestori delle sale scommesse, sale slot e videolottery, corner sportivi, sale bingo e sale giochi in genere.

Soltanto nella sale bingo in Sicilia lavorano oltre 1500 persone.
Per loro non c’è ancora una data di riapertura e il settore è al collasso.
Così gestori e lavoratori, si sono dati appuntamento, per un presidio di protesta, che si svolgerà ovviamente rispettando le norme anti contagio, il 29 maggio a piazza Indipendenza a Palermo partire dalle ore 10.

Lavoratori e gestori denunciano di essere stati abbandonati dallo Stato.
La tanto attesa Fase 2 per loro è stata amara, perché non hanno potuto riaprire e non sanno ancora cosa ne sarà delle proprie attività ancora chiuse.

Lo scorso 22 maggio è scattata a Palermo la protesta delle sale bingo. In piazza con il motto il flash mob “Il lavoro non è un gioco”. Così i sindacati hanno messo in luce le preoccupazioni dei dipendenti della sale bingo che non possono ancora riaprire a causa delle limitazioni imposta dall’emergenza sanitaria.

“La fase 2 ha dato il via alla riapertura di tante attività – ha detto in quell’occasione il segretario generale Fisascat Cisl Palermo Trapani, Mimma Calabrò – ma nessuna notizia giunge sul fronte delle sale bingo. L’unica certezza è lo stop fino al 14 giugno, considerato che l’ultimo decreto non ne ha previsto la riapertura. Non nascondiamo la nostra preoccupazione per la tenuta occupazionale del settore”.

La sindacalista ha manifestato l’apprensione per la tenuta del settore stante la paventata possibilità che tante aziende, in ginocchio per la mancata ripresa di attività e senza alcuna ipotesi di riavvio, decidano di restare chiuse per sempre perché a fronte delle spese che devono continuare a sostenere non hanno alcuna liquidità.

“Siamo molto preoccupati – hanno dichiarato Salvo Lo Verde e Massimo Catalano, rispettivamente RSA Fisascat Cisl Palermo Trapani del Las Vegas Bingo e del Kursaal Bingo So.Le. – Da un lato perché nessuno di noi ha ancora ricevuto dall’INPS neppure i soldi dell’ammortizzatore sociale dei mesi di marzo e aprile, dall’altro perché temiamo per il nostro futuro. Non vorremmo che venissero vanificati i nostri sacrifici e quelli delle tante aziende del settore che sono state vicine ai bisogni dei propri collaboratori”.

Ed è proprio per stare accanto ai propri collaboratori, che tanti imprenditori del settore, sono scesi e scenderanno ancora in piazza, per far sentire loro che non sono soli. “La presenza delle parti datoriali – ha commentato Calabrò – testimonia quanto sia importante affrontare, insieme, la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. Di fatto non esiste il lavoro senza le aziende così come non esistono le aziende senza lavoratori. Un binomio indissolubile”.

Articoli correlati