Salgono a 53 i casi di coronavirus in Sicilia e cresce ‘allarme per la dotazione di posti letto a pressione negativa necessari per i ricoveri dei contagiati.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (domenica 8 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 791 tamponi, di cui 729 negativi e 9 in attesa dei risultati.

Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 53 campioni, di cui sette già validati da Roma (tre a Palermo e quattro a Catania). Risultano ricoverati 18 pazienti (sei a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui nessuno in regime di terapia intensiva, mentre 35 sono in isolamento domiciliare.

Fra i nuovi casi ci sono i tre di Palermo che fanno riferimento alla moglie del carabiniere di cui si è appreso ieri, ad una donna di rientro da un viaggio nel Nord Italia e ad un camionista con infezione polmonare per il quale si valuta il trasferimento a Caltagirone

Nel conteggio anche il passaggio da 2 a 4 casi nella provincia di Messina.

Insieme alla comunicazione del bollettino da parte della Regione vengono anche ribadite le tradizionali raccomandazioni. Si raccomanda, in particolare  di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87

Intanto oggi il Presidente della Regione ha emanato un decreto con il quale si obbliga chiunque arrivi dal Nord Italia e in particolare dalle zona che da stamane sono state chiuse con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri a darne comunicazione alle autorità sanitarie siciliane e porsi in quarantena già autonomamente.

Un decreto reso necessario dalla fuga notturna dalle zone a rischio a cui si è assistito a causa della fuga di notizie sulla scelta del governo di chiudere l’area, scelta assunta dopo la fuga

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