La maggioranza che sostiene il governo Musumeci doveva vedersi oggi ma così non sarà. Il previsto appuntamento è slittato a martedì della prossima settimana ma anche quella data non è affatto certa. Non c’è, infatti, alcun accordo sul rimpasto in giunta e soprattutto non c’è accordo sui termini degli ‘spostamenti’ politici. Se da una parte Forza Italia vuole legare il rimpasto in giunta alla nomina dei dirigenti generali, dall’altra ci sono tensioni che non sembrano destinate a potersi risolvere nel fine settimana e soprattutto c’è una nuova richiesta, forte, del governatore che vorrebbe rinviare ancora i movimenti in giunta.

A far saltare il vertice di oggi è stata la spaccatura all’interno del gruppo della Lega. Il tema è l’ingresso in giunta della formazione di Salvini alleata di Musumeci sin dall’inizio. Il commissario leghista Candiani ha chiesto spazio e Musumeci vuole darglielo. La cosa più semplice sarebbe nominare un leghista ai Beni Culturali, settore senza guida da oltre un anno ovvero dalla scomparsa del compianto Sebastiano Tusa. Ma quel settore Forza Italia lo vuole per se mentre la Lega aveva chiesto l’agricoltura. Si era parlato, dunque, della sostituzione di Edy Bandiera ma in queste ore sono arrivati gli endorsment da sindacati, consorzi e perfino dalle sorelle Napoli.

In casa Lega, poi, Candiani voleva mettere un tecnico ma il gruppo all’Ars non era d’accordo e così si è spaccato sulla scelta dell’assessore tanto che Giovanni Bulla ieri si è dimesso per tornare all’Udc mentre continuano i mal di pancia di Orazio Ragusa.

In questo clima il vertice sarebbe inutile e a completare il quadro c’è la novità che viene da Musumeci.

Fatta la Finanziaria, infatti, Musumeci spinge per l’abolizione del voto segreto e se prima la coalizione non lo sosterrà in questa battaglia fino all’abolizione di fare il rimpasto il Presidente non ne vuole sapere.

Ma se la nuova dead line è l’abolizione del voto segreto allora non sarà possibile aspettare i nuovi assessori per fare le nomine dei dirigenti generali che dopo tre proroghe vanno in scadenza a fine mese. Insomma la situazione politica si complica e non poco e forse martedì più che di rimpasto nel vertice si dovrà scrivere la nuova roadmap.

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