“Ho lasciato l’Aula l’altro giorno per protesta contro l’ennesimo uso irresponsabile e vergognoso del voto segreto, mentre si parlava della fame nelle famiglie e della sofferenza delle imprese. Per me, vissuto sempre nel rispetto istituzionale, assentarmi dall’Aula è stata una decisione assai sofferta e dolorosa. Ma volevo un atto forte perché forte e grave è la emergenza che tutti viviamo. Non ho voluto compromettere la prosecuzione del dibattito, con la responsabilità di chi ha comunque seguito l’esame di ogni articolo della legge Finanziaria – proposta dal mio governo – perché ho a cuore gli interessi legittimi dei siciliani, da mesi in grande sofferenza. Da domani lavoreremo per rendere concreti quegli interventi di sostegno economico e sociale. Ora che la Finanziaria è al sicuro – grazie al lavoro di tutti i gruppi parlamentari e del presidente dell’Ars – riproporrò all’onorevole Miccichè la sentita esigenza di mettere mano alla modifica di quella norma regolamentare sul voto segreto, la quale, nell’abuso che se ne fa da settant’anni, suona ad offesa del Parlamento siciliano, rimasto l’unico, ripeto l’unico in Italia a non averla cambiata”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Sull’applicazione del voto segreto per la Finanziaria si è consumato un duro scontro all’Ars tra il governatore Nello Musumeci e il deputato Luca Sammartino. Ebbene, la polemica nel frattempo è proseguita.

Sui social network è stato un susseguirsi di attacchi e risposte fra video postati per dimostrare come Musumeci in passato difendesse il voto segreto e smentite degli uomini e delle donne del governatore e contrattacchi degli uomini e delle donne di Italia Viva.

Già lo scorso anno il tema del dibattito politico dopo la finanziaria fu questo e allora Musumeci si rifiutò a lungo di andare in aula. E l’anno porecedente, sia pure con toni meno forti, era accaduta la medesima cosa. C’è da aspettarsi che anche quest’anno, complice l’emergenza, la vicenda sgonfi da qui a qualche settimana salvo poi potersi ripresentare alla prossima finanziaria o addirittura già all’analisi del ddl ricostruzione che dovrà andare in aula con tutti gli altri interventi che non sono stati affrontati dalla finanziaria d’emergenza