Scoppia il caso sulle richieste di sanatoria per l’occupazione abusiva di beni confiscati, a Palermo. Dalla Giunta era arrivato l’ok alla manovra, non senza qualche appunto del segretario generale. Ma al momento di presentare le pratiche, gli uffici del Comune di Palermo hanno chiuso le porte in faccia agli occupanti abusivi. Il motivo? Una richiesta di sospensiva presentata dal vicesindaco Carolina Varchi.

Il via libera dalla Giunta

L’atto in questione è stato varato nell’ultima sessione di Giunta, svoltasi il 28 dicembre. A proporlo l’assessore all’Emergenza Abitativa Antonella Tirrito. La delibera è stata votata all’unanimità, anche se alla seduta mancavano tutti gli esponenti di Fratelli d’Italia, in particolare Carolina Varchi. Secondo quanto prevede il documento, gli occupanti dei beni confiscati sarebbero equiparati a quelli degli ERP (Edilizia Residenziale Pubblica). Ciò permetterebbe, a chi ne ha facoltà, di presentare una richiesta di sanatoria per ottenere la regolarizzazione della posizione, pagando i canoni pregressi a partire dalla data di occupazione.

Lo stop del vicesindaco Varchi

Il documento era atteso da più di un anno sia dagli occupanti che dai sindacati di base. Grande è stata la sorpresa quando ieri (8 gennaio) un gruppo di potenziali aventi diritto si è presentato negli uffici di via Garibaldi. Qui, la dirigente preposta ha dovuto rispedire al mittente le pratiche presentate. Ciò per una richiesta di sospensiva presentata proprio dal vicesindaco Carolina Varchi. L’atto c’è, anche se le motivazioni dello stesso sono al momento ignote. Fatto che però mette in difficoltà tutti quegli occupanti che avrebbero voluto regolarizzare la propria posizione. Fra questi rientrano le famiglie di un immobile di corso Scinà, all’interno del quartiere di Borgo Vecchio.

L’attacco dei sindacati di base

“L’atto viene inspiegabilmente sospeso dal vicesindaco e deputato di Fratelli d’Italia Carolina Varchi – sottolinea Gabriele Rizzo del sindacato di base USB -. Per questa assurda opposizione, siamo stati respinti all’Ufficio Politiche Abitative insieme a tre famiglie di Borgo Vecchio che vogliono e hanno il diritto di avere riconosciuta la sanatoria per l’alloggio in cui abitano. Pratica che comporta persino un incremento nelle entrate del Comune di Palermo e che una esponente del governo nazionale blocca. Riteniamo dovute delle spiegazioni perché la precarietà abitativa di questa città si intensifica”.

Di Gangi: “Maggioranza schizzofrenica”

Affondo seguito da quello della consigliera comunale di Progetto Palermo Mariangela Di Gangi. “Questa vicenda è nuovamente un palese cortocircuito di una Giunta che ha una sorta di schizzofrenia. Due fazioni che vanno in direzioni opposte. Abbiamo chiesto chiarimenti ed aspettiamo di capire quale sia l’atto formale per il quale è stata sospesa una delibera di cui apprezzo il senso. Evidentemente a qualcuno non è piaciuta questa scelta dell’assessore Tirrito. A fare le spese di questo scontro di sensibilità all’interno della maggioranza sono davvero le persone più fragili di questa città che, attraverso la sanatoria della propria posizione abitativa, potrebbe finalmente intraprendere un percorso di riscatto sociale, mettendo fine alla condizione di povertà abitativa”.

I numeri dell’emergenza abitativa

I numeri infatti parlano chiaro. E sono riportati nella stessa delibera proposta e votata dall’assessore Tirrito. Vi è infatti un “numero sempre crescente di richieste di alloggi che pervengono all’Ufficio competente (circa 25 al mese), oltre i 3.000 utenti già inseriti nella graduatoria dell’Emergenza Abitativa“. Fatto che l’Amministrazione ha inteso superare attraverso l’attivazione “di una collaborazione interistituzionale tra Agenza Beni Confiscati, Settore Risorse Immobiliari ed Ufficio Politiche Abitative del Comune di Palermo, allo scopo di valutare l’idoneità degli alloggi confiscati da trasferire all’Amministrazione Comunale per la successiva assegnazione”.

Possibile conflitto fra norme?

Quale potrebbe essere il problema? A dare una spiegazione è il segretario generale Raimondo Liotta, attraverso una nota a margine inserita all’interno della delibera. “Con riferimento alla normativa ERP da applicare agli immobili confiscati, resta rimessa alla funzione dirigenziale la valutazione, caso per caso, del rapporto tra norme generali e norma speciali”. Un conflitto fra norme, più tecnicamente un’antinomia. In attesa di spiegazioni ufficiali da parte dell’Amministrazione, gli occupanti dovranno ancora attendere. L’incertezza, per il momento, continua.

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