“Sanità in affanno. Proposte per salvare il nostro Ssn“: questo il titolo dell’interessante dibattito che ha avuto luogo ieri a Palermo ai Giardini del Massimo. L’incontro con esponenti del settore è stato organizzato dal gruppo parlamentare Azione-Italia Viva-Renew Europe.
Dopo i saluti del sindaco, Roberto Lagalla, ad introdurre i lavori è stato Davide Faraone, parlamentare di Azione-Italia Viva-Renew Europe.
Tra i presenti Salvatore Messana, responsabile Sanità IV Sicilia (che ha moderato il dibattito), e Giuseppe Castiglione, parlamentare di Azione-Italia Viva-Renew Europe.
Ad intervenire anche Antonino Amato, Ordine Professioni Infermieristiche, Toti Amato, Presidente Ordine dei Medici Sicilia, Barbara Cittadini Presidente Nazionale Aiop, Antonio Cucinella Presidente Associazione Giovani Medici per l’Italia, Massimo Midiri, Rettore Università di Palermo, Roberto Tobia, Segretario Nazionale Federfarma, Giovanna Volo, assessore alla Sanità della Regione Siciliana.

La sanità vera emergenza del nostro Paese

Faraone ha spiegato: “L’obiettivo è occuparsi di sanità perché é una vera emergenza in questo Paese nonostante la politica e l’informazione continuino a negarlo. Quando ci sono 15mila diagnosi non fatte su screening oncologici e quando alla luce di questi screening non fatti c’è gente che rischia la pelle in questo paese o muore, io credo che l’emergenza continui a essere questa.
E invece la politica e l’informazione si occupano di altro.
Noi oggi faremo delle proposte per azzerare le liste di attesa perché dopo il covid le diagnosi non fatte sono milioni, faremo una proposta per l’assunzione di nuovi medici e infermieri, che guadagnano pochissimo in questo Paese, cercheremo di occuparci del sistema sanitario nazionale che aveva l’attenzione quando c’era il covid e oggi l’ha persa del tutto nonostante le emergenze siano ancora all’ordine del giorno se non più di prima”.

Tante diagnosi arretrate e le necessità dei medici

Davide Faraone ha indicato le criticità sulle quali è necessario intervenire tempestivamente: “Intanto noi dobbiamo eliminare tutto l’arretrato che ci viene dal Covid, stiamo parlando di 93 milioni di diagnosi da fare, quindi stiamo parlando di un’entità enorme.
Abbiamo bisogno che si intervenga anche sui medici, favorire l’intramoenia, e dare più risorse a chi fa questo tipo di servizio, mentre tutto l’intervento fatto in intramoenia molto spesso viene fiscalizzato e il costo per i medici è veramente grande. In più bisogna favorire le strutture private che devono avere risorse economiche per fare quello che il pubblico non riesce a fare. Perché il pubblico è saturo e dobbiamo intanto agire in questa direzione”.

Servono 11 miliardi

Ha proseguito Faraone: “Abbiamo fatto una stima. Servono 11 miliardi per un serio intervento di ripristino della situazione pre covid, dopodiché servono le assunzioni dei medici e degli infermieri e quindi non rivedere il tema del numero chiuso in medicina che è una grande fesseria ma far funzionare invece il tema delle scuole di specializzazione.
Continuiamo ad assumere medici non in base a quello che serve al territorio ma in base ai soldi che abbiamo.
E siccome soldi non ce ne sono non se ne assumono. In corsia siamo senza personale”.
Poi, il tema delle aggressioni negli ospedali: “Gli infermieri e i medici spesso prendono botte laddove svolgono il proprio lavoro, e noi su questo dobbiamo intervenire celermente”.

Un contesto drammatico, bisogna occuparsi dei pazienti

Per Faraone “il contesto è drammatico complessivamente e la pandemia ha uniformato la situazione a livello nazionale. Se pensate che sta per saltare il sistema sanitario regionale in Emilia Romagna vi renderete conto che quindi il tema è diventato complessivo.
E’ chiaro che al Sud, e particolarmente nella nostra terra, si partiva da più indietro e quindi la situazione è ancora più drammatica”.
Il parlamentare ha concluso: “Oggi ci confronteremo con tutti coloro che hanno qualcosa da dire ma avendo a cuore le necessità dei cittadini perché molto spesso a parlare di sanità sono gli addetti ai lavori che si preoccupano delle questioni della categoria e purtroppo poco ci si occupa dei pazienti. Questo dovrebbe essere invece il tema centrale”.

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