“Dopo la vittoria plebiscitaria del No in Sicilia, è in arrivo un bel 7 in condotta per i precari della Sanità nell’Isola?” Questo l’interrogativo alla base della riflessione proposta da Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione per il diritto alla Salute Giuseppe Dossetti.

“Solo qualche settimana fa – ha chiosato Giustozzi – il ministro Beatrice Lorenzin varcava lo stretto tra Scilla e Cariddi per caldeggiare la vittoria del Sì, annunciando buone notizie per la Sanità siciliana che avrebbe beneficiato del fondo per la stabilizzazione dei precari e dell’iniezione di 7mila nuove unità di personale. Ora che la Sicilia ha risposto alla chiamata referendaria con un sonoro 68% di voti negativi, che ne sarà delle promesse che, neanche un mese fa, giungevano dal Capo del Dicastero in terra di Trinacria?”.

“Vogliamo sapere da Lorenzin se c’è l’intenzione di andare avanti con il progetto di rimodulazione della Rete Ospedaliera regionale, con quello di immissione di nuovo personale e di stabilizzazione di molti medici, infermieri e tecnici – ha poi rincarato la dose il Segretario – o la Ministra ha intenzione di mettere in castigo l’intera  Sanità dell’Isola?”

Dalla protesta, il Segretario passa subito alla proposta: “ Serve continuità e senso di responsabilità tra un Governo e il successivo. Siamo pronti a scendere in piazza per chiedere a gran voce a Lorenzin la garanzia del rispetto degli impegni presi con l’Ars. Lo dobbiamo ai malati del nostro meridione che, come la manna dal cielo, aspettano il diritto alle pari opportunità nell’accesso alle cure mediche. A prescindere dal voto referendario, la Sicilia chiama… Ma Roma risponde?”

Nel frattempo, questo è il messaggio di chiusura, lanciato forte e chiaro dall’associazione Dossetti: “Ci aspettiamo risposte chiare da Lorenzin. E poiché se Maometto non va alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto, non esiteremo a sostenere le istanze dei malati di Sicilia, nelle piazze della regione così come di fronte alla sede ministeriale di viale Ribotta. Ci prenda pure in parola”.