Il Festino dei record. Non potrebbero essere definiti altrimenti i festeggiamenti per Santa Rosalia, la Patrona della città di Palermo. A partecipare al Festino, ‘lungo’ nei tempi e negli spettacoli proposti, circa 400mila persone provenienti da ogni dove, cittadini, turisti, giornalisti stranieri. Soddisfattissimo il sindaco Orlando.

Ma da qualche ora una polemica infuria in città e sulla rete. Ad aprire il corteo storico che ha sfilato lungo il Cassaro, una trentina di persone, impegnate a reggere uno striscione bianco con su scritto in rosso: “Santa Rosalia aprici i porti”.
Stessa frase che ha campeggiato su un manifesto appeso in un balcone del Cassaro, che non è stato il solo messaggio ad attirare l’attenzione di tutti. Ancora un altro balcone, un altro striscione, che stavolta recitava: “Santa Rosalia liberaci dal razzismo”.

Auspici più che mai legittimi, per carità ma che hanno, soprattutto quelli relativi ai porti, indotto a riflettere.
Orlando poi, si è fermato davanti agli striscioni ed ai cartelloni applaudendo a chi li aveva realizzati.
Un atteggiamento che alcuni hanno condiviso perché chiaramente, senza proprio alcun filtro, contrario alle politiche del ministro Salvini che vorrebbe, lo sappiamo, che neppure uno straniero sbarcasse in Italia dalle navi che attraversano il Mediterraneo.

La domanda, che in tanti si pongono è la seguente: “E’ giusto – indipendentemente da come la si pensi a tal riguardo – politicizzare il Festino di Santa Rosalia?”.
Proprio Orlando in qualche modo lo ha fatto, rilasciando interviste e dichiarazioni tutte orientate nella stessa direzione, ovvero ribadire che Palermo è una città aperta a chiunque. Ne parla anche in una delle numerose note ufficiali diffuse dal Comune in occasione della festa.

Ecco cosa scrive Orlando: “Un Festino che, nel momento in cui alcuni continuano in anacronistiche distinzioni fra ‘noi’ e ‘gli altri’, ha visto cittadini palermitani di cinque nazionalità diverse, di tre religione diverse manovrare il carro di Santa Rosalia.
Rosalia che resta punto di unione della nostra comunità, contro la moderna peste dell’intolleranza e dell’indifferenza.
Intolleranza e indifferenza che causano ignobili speculazioni e che aggravano le sofferenze e il lutto per migliaia di bambini, di uomini e donne che, attraversando il Mediterraneo, cercano una vita migliore.
Ecco allora il richiamo forte a Rosalia che guida la scelta di fare della nostra città un luogo simbolo della possibilità di costruire insieme il futuro e della possibilità di affermare i valori della solidarietà, dell’incontro e dell’arricchimento reciproco tra le culture”.

Sulla questione interviene anche Igor Gelarda, consigliere comunale del Gruppo Misto, che scrive: “Quanta invidia provo per questi cittadini che stanno protestando affinché i porti vengono riaperti. Cuore Nobile animo dritto, altruisti oltre ogni modo mentre la città è sommersa dalla spazzatura, dai debiti, dal traffico e dall’inquinamento . Riescono solo protestare per la riapertura dei porti… Forse sono un po’ amici del sindaco orlando, e un po’ nemici dei palermitani”.

E ancora: “Piccola considerazione storica. Se Emanuele Filiberto di savoia, il regale idiota Viceré nel 1624, avesse tenuto il porto chiuso piuttosto che aprirlo al Brigantino proveniente da Tunisi, la peste non sarebbe mai entrata a Palermo. Qualcuno spieghi al sindaco e ai suoi seguaci, che forse il Festino di Santa Rosalia non è il momento più adatto per parlare di porti aperti”.

Con tutte le emergenze che la città sta vivendo, basti pensare ai rifiuti ed al caos nelle partecipate, perché il sindaco sembrerebbe pensare solo ai porti? Una domanda che molti si pongono e che a tanti sembra un espediente per distrarre l’attenzione dai numerosi problemi che affliggono Palermo e che Orlando, anche se ribadisce di saper fare il sindaco, non ha ancora saputo risolvere.