Sono scaduti lo scorso 17 maggio i termini per un eventuale ricorso gerarchico nella vicenda della stabilizzazione degli ex Pip ma tutto resta ancora bloccato. L’allarme parte dal sindacato che da sempre ha seguito questi lavoratori e teme, adesso, che la stabilizzazione finisca nelle sabbie mobili della burocrazia.
L’assunzione dei primi 740 precari
Con l’assunzione di 740 lavoratori negli ultimi due mesi è stato effettuato il primo passaggio di un percorso che deve portare alla stabilizzazione di tutti. Il primo step riguarda 1166 appartenenti al bacino ex Pip “Emergenza Palermo” che vanno stabilizzati entro giugno ma poi si deve passare al secondo step. Il procedimento è stato avviato dalla Sas e rappresenta l’atto finale di un percorso sostenuto dalla Regione Siciliana che si è sbloccato nello scorso mese di luglio, con uno stanziamento per il triennio 2024/2026 di 22,5 milioni di euro. La Sas applica il contratto collettivo regionale di lavoro del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana.
Ma il processo si è bloccato lì. “Trascorsi i termini per l’eventuale ricorso gerarchico – dice Mimma Calabrò sindacalista che ha seguito la vertenza per anni – non ci sono più ostacoli allo scorrimento delle graduatorie per coprire tutte le esigenze esistenti in organico negli enti che possono procedere alla stabilizzazione come stabilito dalle norme regionali”.
Procedere con le stabilizzazioni
“Bisogna procedere con celerità alle stabilizzazioni ad oggi possibili per dare la giustizia dignità a questi lavoratori che attendono da anni. Non si può pensare che i diritti di queste persone restino ancora insabbiati in pastoie burocratiche che non li riguardano”.
Ma non basta. Bisogna anche preparare il terreno per la seconda fase delle stabilizzazioni con la ricognizione dei fabbisogni ulteriori, allargando le convenzioni con gli enti che possono stabilizzarli e dando vita a nuove convenzioni “Bisogna inoltre – rimarca Calabrò – usare questo tempo per preparare tutto il necessario per la seconda fase delle stabilizzazioni e farsi trovare pronti non appena ci saranno le esigenze in organico e il percorso potrà partire. Non ha senso attendere ulteriormente. Serve impegno per stilare nuove convenzioni individuando gli enti che possono ricorrere a questo personale per le loro esigenze e fabbisogni”.
I 20 appartenenti alle categorie protette
C’è, poi, un altro tema che non può essere dimenticato, quello degli appartenenti alle categorie protette. Ci sono, infatti, venti disabili nel bacino ‘Emergenza Palermo’. Era fissata per il 2 maggio la firma del loro contratto di lavoro in Sas, Servizi ausiliari Sicilia, ma anche per loro tutto resta bloccato da un rimpallo burocratico che sta facendo slittare la data. La Sas e il Centro per l’impiego la pensano diversamente sulla necessità che serva un nulla osta.
Sbloccare la vicenda dei disabili
“Una questione che ha già fatto slittare una prima volta le assunzioni – spiega Mimma Calabrò della Fisascat Cisl – e i cui contorni hanno del paradossale. Si sblocchi anche questa pratica e si prosegua con tutte le altre stabilizzazioni”.
“L’impegno era di ricollocare entro maggio 992 lavoratori per giungere a 1.166 entro giugno – aggiunge Calabrò preoccupata dal tempo che corre – ma maggio sta finendo e non si vedono passi avanti. Il doveroso percorso di stabilizzazione non deve fermarsi. Chiediamo al presidente della Regione, Renato Schifani, di intervenire, come ha fatto finora, per trovare una sintesi e fare rispettare la tabella di marcia”.
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